Il professor Franco Garelli parla di “socializzazione ristretta”: la tendenza a trovare in piccoli gruppi , in una cerchia di relazioni , uno stile di vita autentico, personalizzato a propria misura , nella convinzione che ciascun individuo ha un modo specifico di realizzare la propria umanità. E’ un tratto importante anche della generazione più giovane che certi sociologi hanno ulteriormente individuato come la “generazione dell’autenticità” dove si cerca non solo quello che è meglio per sé, nella convinzione che ciascun individuo ha un modo specifico di realizzare la propria umanità e che è importante esprimere questa originalità .
Ogni generazione ha la sua strada, il suo cammino e, guardando indietro, i problemi appaiono diversi nel tempo e nelle condizioni. Se sul finire dell’Ottocento la prima urgenza era costruire una vita dignitosa, via via le necessità si sono modificate ma ogni generazione ( anche la più giovane ) ha i suoi punti di forza e di debolezza , cerca di esprime una propria vitalità in una società plurale dove è più difficile fare educazione , in aree culturali che si sono molto differenziate nella famiglia, nella scuola , sul lavoro.
Ecco perché è sempre importante incontrare sul proprio percorso alcuni punti di riferimento . Non è sicuramente detto che vengano accettati come modelli , continua ad osservare Franco Garelli, ma è importante incontrare figure significative, adulti “riusciti” che non hanno la pretesa di imporre il proprio modello perché sono consapevoli della libertà di ognuno ma riescono comunque ad essere figure di riferimento , capaci di aiutare a cercare “fuochi” umani, culturali e spirituali. Sono capaci di rappresentare degli orizzonti di senso , come ricordava David Maria Turoldo: “non dobbiamo inseguire il consenso, né il dissenso fine a sé stesso; dobbiamo seguire il senso”.
Rientra nell’autenticità l’ascolto che gli educatori, nel tempo, hanno garantito . Noi siamo la “ generazione della felice insicurezza” ha detto una ragazza fotografando le proprie paure , la precarietà del proprio futuro. Ma il genitore le ha riproposto le insicurezze della propria giovinezza , quando si mettevano in discussione le istituzioni e si era presi dalle istanze politiche e ideologiche. Basterebbe che ognuno raccontasse di sé per sapere che ogni generazione ha le sue ragnatele e le sue sfide e, però, anche le sue migliori prospettive. Ma , conclude il sociologo ,ci vuole sempre qualcuno che abbia la voglia di ascoltarti.