La Commissione europea ha pubblicato la versione definitiva dell’elenco (tassonomia) delle attività considerate sostenibili da un punto di vista ambientale. Dopo un dibattito molto acceso che rischia anche di spaccare l’Unione, Bruxelles ha deciso di ribadire il menù presentato a dicembre.
Ovvero inserire anche il nucleare e il gas nell’elenco delle fonti energetiche che dovranno portare ad azzerare le emissioni entro il 2050. Un menù non semplice da digerire: l’atomo è sotto accusa per la sicurezza degli impianti e la gestione delle scorie. Il metano viene considerato inappropriato sul fronte della lotta alla CO2. Lo scontro è molto pesante: sul nucleare i due schieramenti sono guidati dalla Francia che ospita 56 centrali atomiche, e dalla Germania, che invece ha avviato il progressivo smantellamento delle sue. Sulle posizioni di Berlino si sono allineate Spagna, Danimarca e Lussemburgo.
L’Austria ha già annunciato il ricorso alla Corte di Giustizia europea. Con la Francia ci sono Bulgaria, Croazia, Cechia, Finlandia, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia. Il governo italiano è intenzionato ad approvare il regolamento senza modifiche considerando che non abbiamo centrali nucleari e utilizziamo il gas solo per il 40% del fabbisogno vista l’alta incidenza della produzione idroelettrica.
La commissaria per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, presentando l’atto delegato ci tiene a spiegare che ogni Stato potrà scegliere il mix energetico che preferisce in quanto l’applicazione è assolutamente volontaria. Le novità riguardano soltanto l’eliminazione delle tappe intermedie sulla percentuale di gas a basse emissioni di carbonio da raggiungere: ovvero il 30% entro il 2026, il 55% entro il primo gennaio 2030 e 100% entro il 31 dicembre 2035.