Il Marocco sta vivendo, da mesi, manifestazioni popolari che chiedono una soluzione alla crisi di disponibilità di acqua potabile, creata dalla politica di distribuzione del prezioso liquido divenuto sempre più raro a causa del calo delle precipitazioni. Lo riferiscono i media locali. La sete e la scarsità d’acqua hanno spinto i marocchini negli ultimi mesi a organizzare proteste per chiedere una soluzione a questa crisi, come riporta anche il sito di notizie ‘independentarabia’. Secondo la stessa fonte, il problema della scarsità d’acqua in Marocco è dovuto all’equazione tra aumento della domanda e diminuzione del livello delle precipitazioni negli ultimi anni. Mentre il consumo delle famiglie e del settore industriale non supera il 20%, la crisi della carenza d’acqua in Marocco è direttamente collegata al campo di irrigazione, che da solo consuma circa l’80% dell’acqua del Paese.
Il Consiglio economico, sociale e ambientale del Marocco aveva già lanciato l’allarme nel 2019 per la carenza d’acqua, avvertendo della possibilità di un peggioramento della situazione in futuro.
Per quanto riguarda le risorse idriche, la situazione in Marocco è diventata preoccupante, prosegue il sito, dato che le sue risorse idriche sono attualmente stimate a meno di 650 metri cubi per abitante all’anno, contro i 2500 metri cubi del 1960, e tale importo dovrebbe essere inferiore di 500 metri cubi entro il 2030.
Il Consiglio spiega che alcuni studi internazionali indicano che il cambiamento climatico potrebbe portare alla perdita dell’80% delle risorse idriche disponibili nel Regno del Marocco entro 25 anni, considerando che, nonostante la loro costante diminuzione, il consumo eccessivo di risorse idriche, in particolare delle falde acquifere, è in aumento in Marocco, senza il rigoroso rispetto di quanto richiesto dalla legge per lo sfruttamento delle risorse idriche, oltre alla debolezza registrata nell’efficacia dei meccanismi di controllo.
Il Marocco sta registrando un calo del 59% delle riserve idriche quest’anno e un calo del tasso di riempimento delle dighe, che finora ha raggiunto il 34%, che, secondo il ministro dell’Acqua, costituisce una forte pressione, spiegando che nella logica del cambiamento climatico, il Paese vivrà anni di siccità e anche anni di inondazioni, che richiedono la protezione di molte aree.
Ricordando che negli ultimi anni alcune città marocchine hanno vissuto proteste popolari a causa della difficoltà di accesso all’acqua potabile, in un momento in cui è ancora dilagante, altre città utilizzano l’acqua potabile per irrigare gli spazi verdi, oltre alla persistenza di determinate acque-colture intensive. La città di Zagora è la città che nell’ultimo periodo ha visto ripetute proteste note come “proteste della sete”, chiedendo la fornitura di acqua potabile alla popolazione. Le autorità di sicurezza sono poi intervenute per disperdere le proteste pacifiche e hanno arrestato 21 persone, perlopiù giovani.
Di fronte a questa realtà, il capo dell’Associazione marocchina per il decennio mondiale dell’acqua (non governativa) Mahdi Lahlou ha messo in guardia contro lo scoppio di una crisi idrica in diverse regioni del suo paese, in particolare di fronte all’espansione delle città, sottolineando che alcuni città lamentano il problema dell’acqua, come Sidi Suleiman, Oued Zem e Tetouan. Lahlou ha messo in guardia contro “l’ignoranza del problema della scarsità d’acqua nel Paese”, e ha sottolineato la necessità di tenere conto dell’esistenza o meno dell’acqua in alcune aree prima di avviare progetti in agricoltura, in particolare poiché questo settore consuma l’80% delle acque superficiali o delle dighe.