Sperimentare, diffondere e consolidare l’utilizzo di cassette destinate al contenimento e al trasporto dei prodotti ittici realizzate con materie prime rinnovabili, quindi più sostenibili, per un minore impatto sull’ambiente.
Questo l’obiettivo del protocollo siglato dal MITE – Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi – FederlegnoArredo, Alleanza delle Cooperative italiane Pesca e l’associazione ambientalista Marevivo.
Per la prima volta, associazioni di categoria legate alla produzione di imballaggi sostenibili, al settore della pesca e soggetti attivi nella salvaguardia del mare e delle sue risorse, in coordinamento con il MITE, hanno fatto rete con lo scopo di promuovere un processo di sensibilizzazione capillare sul buon uso dell’imballaggio e la riduzione di plastica per quanto riguarda il mercato ittico. “In questo scenario, la cassetta di legno si pone come alternativa sostenibile, anche per i prodotti ittici”, spiega Cosimo Messina, vicepresidente di Assoimballaggi di FederlegnoArredo a nome del gruppo Imballaggi Ortofrutticoli.
“Come produttori di imballaggi in legno – spiega Messina – affianchiamo da sempre la filiera agroalimentare italiana, i cui prodotti vanno valorizzati al meglio. Lo facciamo attraverso l’utilizzo di imballaggi in legno che preservano qualità e integrità del cibo, grazie alla naturale azione regolatrice del legno stesso che fa traspirare il prodotto senza l’uso di additivi o sostanze chimiche. Le cassette in legno rientrano inoltre a pieno titolo nel ‘Made Green in Italy’, lo schema nazionale volontario sviluppato dal MITE per promuovere le eccellenze italiane a elevata qualificazione ambientale e a ridotto impatto sull’ambiente, un tassello chiave nel quadro delle politiche nazionali per la transizione ecologica”. Il protocollo mira infatti all’adozione di imballaggi a basso impatto ambientale, realizzati con materiali da fonte rinnovabile e compostabili, ovvero riutilizzabili e tracciabili, anche alla luce della “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare”, con l’obiettivo di eliminare le plastiche monouso e aumentare il tasso di riciclo e riuso. Il polistirene espanso è infatti molto diffuso nel settore ittico e costituisce un problema rilevante di inquinamento dei mari, per la dispersione incontrollata e per la fragilità intrinseca del materiale, che non può contenere significative percentuali di materiale riciclato, né essere facilmente riciclato.
Il programma congiunto di attività prevede anche iniziative territoriali di sensibilizzazione e promozione dell’uso di imballaggi sostenibili.