venerdì, 15 Novembre, 2024
Ambiente

Rifiuti 2.0 peggio dell’immondizia. Riciclare di più

La categoria dei rifiuti elettronici è quella che cresce con maggiore velocità nell’Unione europea, ma di cui si ricicla meno del 40%, con pratiche di riciclo completamente differenti da uno Stato membro all’altro.

La questione è molto seria poiché i dispositivi elettrici ed elettronici sono formati da materiali altamente nocivi che costituiscono un grande rischio per l’ambiente e per la salute delle persone addette allo smaltimento dei rifiuti.

I numeri in Italia e nel mondo

Secondo il Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite, nel 2019 sono stati generati nel mondo 53,6 milioni di tonnellate (Mt) di rifiuti elettronici, con un incremento del 21% in soli cinque anni.

Stando alle previsioni del rapporto, i rifiuti elettronici globali raggiungeranno i 74 milioni di tonnellate entro il 2030. In sostanza sono i rifiuti con la crescita più rapida e cicli di vita brevi: solo il 17,4% dei rifiuti elettronici del 2019 è stato raccolto e riciclato.

Il Consorzio Erp Italia, tra i principali Sistemi Collettivi senza scopo di lucro nella gestione dei Raee e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori, ha reso noto che nel 2020 sono state raccolte e avviate a trattamento oltre 20.097 tonnellate di rifiuti Aee. Tra i più raccolti computer, telefoni e pannelli solari.

La quota di Raee destinati al recupero di materia e per la produzione di energia ammonta all’87,5% del totale di quanto raccolto, mentre si attesta all’8,26% la porzione avviata a valorizzazione e al 4,25% quella indirizzata allo smaltimento.

Ue: quali proposte?

L’Ue già dal 2003 ha adottato normative volte a limitare l’uso di determinate sostanze chimiche presenti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Nel marzo 2020 la Commissione europea ha presentato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare (PAEC), dal quale si evince la priorità di ridurre i rifiuti elettronici ed elettrici. Dal piano emergono proposte quali il “diritto alla riparazione” e l’implementazione del riutilizzo in generale, l’introduzione di un caricabatterie standardizzato e la previsione di premi per incoraggiare il riciclo dell’elettronica.

A inizio 2021 anche il Parlamento europeo si è mobilitato, votando per il PAEC e chiedendo ulteriori misure per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile, libera dalle sostanze tossiche e circolare.

Le richieste del Parlamento includono anche norme più stringenti in materia di consumo e riciclo poiché, seppure esistano sistemi innovativi e semplici per lo smaltimento dell’e-waste, soluzioni da promuovere restano il corretto riciclo, oltre al riutilizzo e alla riparazione che garantiscono vita più lunga ai prodotti.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

In Trentino approvata strategia per lo sviluppo sostenibile

Paolo Fruncillo

Expo Dubai, Ciavatta: “San Marino al lavoro per progetti negli Emirati”

Redazione

In Europa solo il 24% dei designer è donna. Guadagnano il 12,8% in meno degli uomini

Cristina Calzecchi Onesti

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.