Bandiere del Centrodestra si agitano sotto il cielo di una Roma primaverile, sul palco allestito a Piazza San Giovanni, ecco schierati i big: Salvini, Berlusconi e Meloni, si alternano a infiammare la vastissima platea che risponde con slogan, e applausi, – Matteo Salvini, fa il pieno di battimani e selfie – mentre tutte le bordate di fischi sono indirizzate agli ex alleati Conte e Di Maio e ai nemici di sempre, ossia il Pd e al suo segretario, Nicola Zingaretti.
Sotto il mega palco si agita irrequieto il popolo del Centrodestra e tra loro i deputati, amministratori regionali e comunali. La Discussione ha raccolto commenti di parlamentari ed esponenti locali. Tutti naturalmente sentono un’aria di vittoria e di rivalsa verso 5s e Pd.
E Matteo Salvini annuncia: “Non sarà un pomeriggio di rabbia. Lo dico soprattutto agli amici giornalisti. Qui c’è l’Italia che lavora, l’Italia vera”.
Ed è subito feeling con il popolo del Centrodestra.
A Silvio Berlusconi il compito di essere il leader anti governo, anti tasse e anti manette. “Siamo qui per dire no al governo delle tasse, delle manette, della burocrazia, del giustizialismo fuori controllo. Siamo qui per mandare a casa un governo non eletto dagli italiani”, arringa il leader di Forza Italia che riceve l’ovazione della folla. La parte anti immigrati tocca, invece, a Giorgia Meloni che raccoglie in questo senso l’eredità Salviniana.
“Se servono i muri si costruiscono”, propone la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, “io voglio un governo che dica no all’immigrazione clandestina. Se servono i muri si costruiscano, se servono i blocchi navali si faranno i blocchi”. Per Meloni sono applausi e tam tam di approvazione.
A fargli eco, la capogruppo di Forza Italia, Annamaria Bernini: “La piazza di oggi sgombra il campo da equivoci, tatticismi, distinguo di Palazzo. Da oggi è chiaro: esistono due Italie. Una è l’Italia dell’odio sociale, della tassazione compulsiva, dei sussidi a pioggia coi soldi di chi lavora. E poi c’è l’Altra Italia, l’Italia di piazza San Giovanni: l’Italia che produce, l’Italia delle famiglie e delle imprese che chiedono solo di essere lasciate libere di costruirsi un futuro, l’Italia del merito e della persona. L’alternativa tra queste due Italie è radicale. Nasce oggi il nuovo bipolarismo: il fronte dei tassatori manettari, che è il vero punto d’incontro tra Pd e Cinque Stelle, contro il fronte della libertà. Come sempre, Forza Italia resta indispensabile perché l’alternativa al malgoverno delle sinistre diventi alternativa di buongoverno”.
E continua “qui c’è il vero centrodestra, per chi non c’è è davvero un’occasione perduta.”
In prima fila i parlamentari della lega. “La Lega e il Centrodestra sono modelli che risultano vincenti ed è stato dimostrato. La coalizione al momento è data al 44% , quindi il centro destra unito è vincente ovunque”, dice a voce alta per sovrastare il vociare della piazza, Giuseppe Bellachioma parlamentare leghista, “il mio partito la Lega è trainante e continuerà ad essere un punto di forza. Credo che il modello così fatto porterà la vittoria anche in Umbria ed a nulla varrà il tentativo di 5S e Pd di contrastare la nostra coalizione”. Bellachioma già vede la fine del contestato governo Giallo-Rosso “Hanno dimostrato di scricchiolare, e gli italiani hanno già compreso che questa manovra economica è restrittiva fatta solo di manette e tasse”.
Tra la folla c’è il senatore di Forza Italia, Nazario Pagano, che rivendica per Berlusconi la coerenza di essere rimasto nel Centrodestra, nel voler credere nella alternativa al Pd e si 5s: “Berlusconi ha fondato il centro destra, e resta coerente con la sua impostazione che è alternativa alla sinistra”, scandisce le parole Pagano per dare più incisività al suo ragionamento, “Berlusconi non tradisce il messaggio né gli accordi politici Nazionali, regionali e degli enti locali, blindandone i risultati”. Pagano taglia corto su eventuali accordi o intese tra Forza Italia e Renzi. “Alcuni aspetti simili a livello di programmi che ci sono”, dice Pagano, “con Matteo Renzi non bastano per tradire una coerenza cui gli italiani sono abituati da 25 anni”.