Dall’11 febbraio all’1 maggio prossimo, la Reggia Reale di Monza ospiterà la mostra antologica “Antonio Ligabue, l’uomo, l’artista”, curata da Sandro Parmiggiani, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza e il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza. Sono 90 le opere: dipinti, sculture, disegni e incisioni che troveranno spazio nell’ Orangerie.
Accompagna la mostra un catalogo Skira con testi di Sandro Parmiggiani, Alberto Manguel, Luciano Manicardi (priore della Comunità di Bose) e un’ampia sezione, ricca di immagini, dedicata alla ricostruzione del suo “mito”, a partire dai rotocalchi degli anni cinquanta e allo sceneggiato televisivo di Salvatore Nocita nel 1977 fino ai lavori a lui dedicati: la trilogia teatrale Progetto Ligabue di Mario Perrotta e il film Volevo nascondermi di Giorgio Diritti.
Molti i capolavori: Caccia grossa (1929), Circo (1941-42 ca.), Tigre reale, opera realizzata nel 1941 durante il secondo ricovero dell’artista nell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, Leopardo con serpente (1955-56), Testa di tigre (1957-58), Volpe con rapace (nibbio) 1959-60, Crocifissione (primi anni ’60).
Non mancano gli autoritratti, specchio di un disagio esistenziale e della volontà di riaffermare la propria identità: Autoritratto con cavalletto (1954-55), Autoritratto con mosche (1956-57), Autoritratto con spaventapasseri (1957-58), il dolente Autoritratto (1957).
“Proponiamo ai visitatori le opere di un artista straordinario e del tutto singolare – spiega il Sindaco Dario Allevi, Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza -. Una mostra che coniuga talento e bellezza con la storia travagliata di Antonio Ligabue: l’Orangerie della Villa, con il suo fascino, è pronta a spalancare le porte ancora una volta all’Arte in tutte le sue forme”.
“Questi autoritratti – afferma Sandro Parmiggiani curatore dell’esposizione – dicono tutta la sofferenza dell’artista; ne sentiamo quasi il muto grido nel silenzio della natura e nella sordità delle persone che lo circondano. Quando perduta è ogni speranza, ormai fattasi cenere, il volto non può che avere questo colore scuro, fangoso, questa sorta di pietrificazione dei tratti che il dolore ha recato con sé e vi ha impresso”.
“La mostra è un’opportunità culturale straordinaria per Monza – spiega l’Assessore alla Cultura Massimiliano Longo -. Ma è anche un’occasione per sfruttare il potenziale attrattivo di Antonio Ligabue a vantaggio della città: per attrarre visitatori, anche da fuori città e fuori regione, per tornare a mostrare l’arte e il bello in presenza, per far scoprire o riscoprire la straordinaria bellezza della nostra Villa Reale e per dare ossigeno all’indotto e all’economia locale. Per tutti questi motivi abbiamo creduto e scommesso su questa mostra che, ne siamo certi, consentirà al visitatore di apprezzare la forza naturale e istintiva del genio di Antonio Ligabue e di condividere un percorso artistico fuori dal comune”.
Per tutta la durata della rassegna, è in programma una serie di attività didattiche, incontri e visite guidate gratuite per bambini e adulti. Ci sarà un percorso creato ad hoc per i bambini, un kit didattico in omaggio da ritirare in biglietteria appositamente studiato per la visita dei più piccoli. Un’opera ad “altezza bambino” attenderà i giovani visitatori per un’esperienza immersiva a loro dedicata.