La Comunità di Sant’Egidio e il Centro Astalli piange la prematura scomparsa di un amico impegnato accanto a loro in questi anni nella campagna per l’abolizione della pena di morte e nella protezione delle fasce più fragili della popolazione.
La Comunità di Sant’Egidio si stringe attorno alla famiglia di David Sassoli e lo ricorda come un uomo leale, per cui l’essenza della politica significava lavorare per il bene comune e non solo per quelli della propria parte e sempre fedele ai principi di democrazia e umanesimo alla base della storia dell’Europa. “Poco più di un mese fa, il 30 novembre scorso, aveva partecipato alla nostra Giornata internazionale contro la pena di morte – si legge in comunicato della Comunità – con un messaggio pieno di speranza per l’avanzamento di questa battaglia, di cui era fermamente convinto e che definiva un dovere morale irrinunciabile. Per l’Europa e per tutti”.
“Scompare un caro amico – prosegue la nota – che conoscevamo sin dall’inizio, dagli anni della sua formazione, cattolico, democratico, giovane e uomo del dialogo, e lungo il suo itinerario professionale e politico. Nel suo intenso impegno al Parlamento europeo – di cui è stato un presidente stimato da tutte le parti politiche – è riuscito a farsi orientare da quegli ideali di umanità e giustizia, che sono oggi più che mai indispensabili per guidare le istituzioni, per una Unione capace di incarnare un progetto di democrazia umanista, proprio a partire dal rispetto dei diritti umani e della protezione dei più fragili. Significativa, a questo riguardo, la sua adesione all’appello ‘Senza anziani non c’è futuro’ contro ‘una sanità selettiva’ e a favore della domiciliarità delle cure, lanciato da Sant’Egidio all’inizio della pandemia da Covid 19”.
Profondo cordoglio per la prematura scomparsa di David Sassoli è stata espressa anche dal Centro Astalli. Padre Camillo Ripamonti, presidente del servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia, dichiara: “Siamo addolorati per la perdita di un amico da sempre impegnato a difendere i diritti dei migranti forzati in Europa. La sua tenace dedizione nella costruzione di un’Europa solidale, democratica, costruttrice di pace, di dialogo, di ponti è stata quotidiana e certosina.
“La sua determinazione nel battersi per un’Unione europea capace di salvare, accogliere, proteggere uomini e donne in fuga da guerre, persecuzioni, ingiustizie – prosegue padre Ripamonti – sono stati sprone e baluardo in questi anni difficili di battaglie per i diritti umani per tante realtà della società civile organizzata e per tutti quei cittadini che vogliono una Europa senza muri”.