sabato, 23 Novembre, 2024
Energia

Transizione energetica. Le comunità energetiche dove il carbonio non serve

Non è possibile realizzare la transizione energetica senza un approccio congiunto dei problemi ambientali, sociali ed economici e soprattutto il coinvolgimento di tutti, attraverso cambiamenti culturali, materiali ed immateriali, basati sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi. La nascita delle comunità energetiche pone le basi per questa rivoluzione ambientale e sociale, facilitando l’adozione di comportamenti eco-sostenibili da parte di tutti i cittadini e favorendo un significativo incremento nell’uso delle fonti rinnovabili. Veri e propri distretti urbani “carbon neutral”, in grado di produrre autonomamente le risorse energetiche necessarie a coprire i propri fabbisogni.

Nasce il prosumer, il consumatore-produttore

Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, i cittadini di tutto il mondo stanno già unendosi per riacquistare rilevanza nel settore energetico, attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile. Secondo uno studio dell’Enea si stima che 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumer, ossia utenti che non si limitano al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipano attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). Il prosumer, dunque, è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte mentre la rimanente quota viene reimmessa in rete e scambiata con i consumatori fisicamente prossimi o anche accumulata in un apposito sistema.

Cos’è una “comunità energetica”

Le comunità energetiche (CE) rappresentano una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali, con conseguenti benefici economici e sociali. Difatti, tutte le comunità energetiche hanno in comune l’obiettivo di fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, piuttosto che dare la priorità al profitto economico come una società energetica tradizionale. Decentramento e localizzazione della produzione energetica sono i principi su cui si fonda una comunità energetica che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio, risulta in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.

La principali comunità italiane

In Italia esistono già molte comunità e cooperative energetiche situate principalmente nella zona settentrionale della penisola, alcune delle quali attive già dai primi decenni del XX secolo:
  • la cooperativa FUNES, nata nel 1921 in Alto Adige, produce energia attraverso tre centrali idroelettriche, un impianto fotovoltaico e due impianti di teleriscaldamento a biomassa. Il ruolo dei cittadini che vi aderiscono ha reso la valle capace di produrre più energia elettrica (100% rinnovabile) di quella consumata. Il restante è immesso nella rete nazionale e i ricavi sono reinvestiti sullo stesso territorio, traducendoli in sconti in bolletta o in investimenti per nuovi impianti;
  • la EWERK PRAD, Cooperativa di Prato allo Stelvio, gestisce 17 impianti a fonti rinnovabili, tra idroelettrico e biomasse. Nata nel 1923 da un gruppo di ragazzi che decise di costruire una mini centrale idroelettrica avviando una cooperativa con 40 famiglie del posto, oggi conta 1350 soci, ovvero il totale delle famiglie del piccolo comune, che oltre ad essere utenti, sono titolari della produzione dell’energia elettrica, con un risparmio del 30% sulla bolletta dell’energia elettrica e del 20% su quella del gas;
  • la COOPERATIVA ELETTRICA GIGNOD si trova a Saint Christophe, in Valle d’Aosta. La cooperativa riesce a garantire la propria autosufficienza calcolata su un periodo di un anno;
  • la COOPERATIVA ELETTRICA ALTO BUT è stata fondata in Friuli nel 1911. La produzione, l’acquisto e la distribuzione di energia elettrica generata da fonti rinnovabili e convenzionali, la fornitura di gas combustibili e di risorse idriche, la gestione di negozi per la vendita all’ingrosso e al minuto, l’attività di prestito sociale rappresentano il fulcro dell’iniziativa, in applicazione dello statuto, secondo i principi della libera cooperazione mutualistica;
  • la SEM nasce in Valtellina nel 1897. La società produce energia elettrica attraverso lo sfruttamento di otto impianti idroelettrici situati in Valtellina / Alto Lario e rifornisce 13.000 utenti;
  • la COOPERATIVA DI MELPIGNANO nasce a Melpignano nel 2011 dalla collaborazione tra Legacoop e l’amministrazione comunale, con l’obiettivo di produrre energia utilizzando pannelli fotovoltaici posti sui tetti degli edifici pubblici e privati della città;
  • la COOPERATIVA FTI di Dobbiaco-San Candido nasce nel 2003, riuscendo a coprire il fabbisogno di 1300 utenze con un impianto a biomasse. Rappresenta un modello di comunità energetica pioniera per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili in Alto Adige, utilizzando una tecnologia particolare, denominata ORC (Ciclo Rankine Organico), che trasforma il calore in energia elettrica. È uno degli impianti più grandi in Europa di questo tipo;
  • nata nel 2010, la WEFORGREN usa tre impianti fotovoltaici presenti in provincia di Lecce e di Verona, condivisi da 462 soci auto-produttori che producono energia utile a 1.471 utenze domestiche. Scegliere di aderire a questa cooperativa ha significato per i soci, nel periodo 2012-2016, un risparmio medio del 14% sulla componente energia della bolletta rispetto alle tariffe della Maggior Tutela. Inoltre, i soci che hanno acquistato quote di impianti hanno ricevuto un ristorno medio nello stesso quadriennio derivato dall’autoproduzione di 530 euro per abitazione;
  • la COOPERATIVA ENERGIA POSITIVA nasce nel 2015 a Nichelino, in provincia di Torino. Qui il socio può, attraverso una piattaforma informatica, acquistare le quote degli impianti disponibili e costruire un suo “impianto virtuale” con cui produrre energia pulita. Nel primo anno di vita hanno aderito 70 soci, distribuiti in otto regioni italiane, con un investimento medio di circa 7.000 euro pro-capite. Ogni utente in media ha risparmiato 350 euro l’anno;
  • la COOPERATIVA È NOSTRA è nata nel 2014 a Milano per fornire energia rinnovabile a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Al momento è in grado di servire 969 utenze, di cui 922 soci, grazie a 5 impianti fotovoltaici installati nel cuneese e un impianto fotovoltaico situato nel comune di Sorbolo, con un taglio del 60% circa della bolletta di una famiglia-tipo;
  • la COMUNITÀ PINEROLESE è un altro recente progetto di comunità energetica, implementato nel territorio di Pinerolo, in Piemonte. I comuni e le aziende sono inclusi in questa comunità, e tra questi 8 su 11 sono prosumers;
  • l’ASSOCIAZIONE COMUNITÀ ENERGETICA di San Lazzaro di Savena, in collaborazione con l’amministrazione comunale ha realizzato un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica sul tetto della Scuola Elementare Fantini di San Lazzaro. I cittadini interessati hanno acquistato una o più̀ quote dell’impianto (al costo di 250 euro per ogni singola quota), successivamente ceduto dall’Associazione al Comune di San Lazzaro. I proventi del contributo statale incassati dall’amministrazione comunale sono stati ripartiti proporzionalmente tra i cittadini aderenti all’iniziativa, destinando eventuali eccedenze o surplus al Comune.
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