mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Politica

2022. Torneranno rinnovati i partiti dopo gli inganni dell’antipolitica?

In vista delle elezioni del prossimo anno

Una democrazia senza partiti non può funzionare.
La sbornia populista e demagogica, impastata di antipolitica, sembra ormai il ricordo disturbato di una notte di leggerezze estreme.
La voglia di politica e di partiti rinnovati ha preso il posto del “gran rifiuto” che ci aveva portato negli ultimi 10 anni sul baratro della disgregazione della vita democratica.
Gli 11 mesi del governo Draghi hanno costituito una lunga tregua di cui i partiti avrebbero dovuto approfittare per “guardarsi dentro” e rimettersi in sesto. Non è successo. Il 2022 sarà un anno di preparazione alle elezioni politiche. Ed è urgente che tutti i partiti e tutti i possibili schieramenti riscoprano il gusto dell’alta politica, si riorganizzino e si diano visioni e programmi seri e rinnovati.

Il bisogno di tornare alla politica è molto più sentito di quanto non appaia nei sondaggi di opinione. Lo stesso non-voto è espressione di questo disagio che è trasversale a tutte le forze politiche.

I cittadini italiani, stanchi di seguire finti rivoluzionari e vacui proclami di piazza si sono messi alla finestra in attesa che qualcosa di nuovo e di serio si veda all’orizzonte.

Il buco nero della demagogia

La demagogia si è dimostrata una fiammata di breve durata: ha incendiato gli animi, li ha illusi con slogan di pronto effetto ma alla prova dei fatti si è dimostrata un buco nero, vorace e distruttivo.

I demagoghi non hanno più successo. Forse anche perché 2 anni di pandemia hanno imposto un durissimo confronto con la realtà e hanno dimostrato che con i libri dei sogni si eccita la fantasia ma si intorpidisce l’intelligenza e la ragione.

Superare l’autoreferenzialità

Non servono  partiti che urlano leader che frullano post e tweet sui social in preda alla sindrome dell’influencer. È tornata la voglia di serietà di equilibrio ma anche di visioni coraggiose per gestire cambiamenti che il Covid ha accelerato in maniera vorticosa.

I partiti devono riscoprire il loro insostituibile ruolo e andarne orgogliosi. Le vecchie e nuove élites di potere devono aprirsi al confronto con la società e i suoi bisogni senza pretendere di imbambolarla e manipolarla.

Devono superare una certa autoreferenzialità che li ha resi incapaci di capire bene cosa davvero sta succedendo nella carne viva di un’Italia in bilico tra impoverimento irreversibile e possibilità di sviluppo non solo economico ma anche sociale.

Più forza ad una democrazia che sappia decidere

L’occasione delle elezioni del 2023 non va sprecata. Forze politiche profondamente rinnovate, presenti sul territorio e non solo nei salotti televisivi e sui social, partiti che diventano fucine di idee, attraggono le menti migliori di questo Paese e riaprono tutti i canali di dialogo reale e non virtuale con i cittadini, le associazioni, il mondo produttivo e quello degli emarginati. È un sogno irrealizzabile? No è l’unica possibilità che abbiamo per ridare ossigeno alla democrazia, immettere linfa vitale nei circuiti delle istituzioni, dare la speranza, soprattutto ai giovani, che il futuro lo possiamo costruire meglio di quello che è stato negli ultimi 20 anni.

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