Le scelte che facciamo a tavola hanno un peso determinante rispetto agli obiettivi globali volti a frenare i cambiamenti climatici.
E vale ancora di più la pena sottolinearlo in vista delle feste natalizie, generalmente all’insegna dello spreco alimentare.
Le scelte alimentari impattano sull’ambiente
Uno studio condotto da un gruppo internazionale di esperti, guidato dall’Università dell’Illinois, a cui ha preso parte anche dal divisione Statistica della FAO di Roma, e pubblicato sulla rivista Nature Food, sottolinea che l’impatto ambientale generato dalle nostre scelte in cucina non è roba di poco conto.
Infatti, sono più di diciassette milioni le tonnellate di CO2 prodotte dall’industria alimentare a livello globale, di cui il 29% derivante da produzione di origine vegetale e il 57% di origine animale.
Gli allevamenti che aggravano il bilancio rispetto all’emissione di gas serra sono ascrivibili al Sud America e al Sud-Est asiatico.
Ma se è vero che è loro il primato in termini di produzione, noi italiani abbiamo forti responsabilità rispetto al consumo: nella penisola vengono utilizzati più di centodieci mila kg all’anno di alimenti aventi origine animale.
Un consumo che ci posiziona dopo Paesi come Stati Uniti e Argentina – demograficamente più estesi – Portogallo e Francia.
Il consumo intensivo di carne è una tendenza in crescita, secondo il rapporto di Our World in Data della FAO, soprattutto in quei Paesi con un’economia in espansione, come la Cina, in cui il consumo di carne è aumentato di circa quindici volte rispetto ai livelli registrati negli anni sessanta, e il Brasile, in cui sono quadruplicati.
La cattiva abitudine di buttare il cibo
Nel periodo natalizio, secondo un’indagine condotta da Ener2Crowd, lo spreco alimentare ha un’impennata che raggiunge anche le cinquecento mila tonnellate di cibo inutilizzato.
Questo spreco si traduce in un’enorme quantità di anidride carbonica sprigionata, considerando che ogni tonnellata di cibo gettato ne produce 4,2 tonnellate.
Le ragioni principali dello spreco alimentare delle famiglie, stando al rapporto Waste Watcher G8 sono dovute a disattenzione, spese troppo grandi e avanzi dei pranzi: il 44% delle famiglie dimentica la data di scadenza dei prodotti, il 40% ne acquista quantità
Comportamenti di acquisto responsabile e abitudini alimentari più sostenibili possono davvero dare un contributo per fronteggiare l’inquinamento. Preferendo in alcuni casi prodotti locali e di stagione è possibile contribuire al risparmio energetico e alla riduzione di emissioni di gas ad effetto serra come l’anidride carbonica.