Ambiziosi e, al contempo, minati dalla precarietà e dal senso di frustrazione nei confronti del proprio futuro lavorativo ed economico: questo il quadro dei Millennials
secondo quanto emerge dall’11esimo rapporto dell’Associazione Civita, in collaborazione con Baba Consulting.
Al centro del rapporto la ricerca finalizzata a rilevare le modalità con cui le generazioni Y (18-32) e Z (15-17), in Italia, si rapportano con la cultura. I giovanissimi della Gen Z, nativi digitali, si dichiarano “curiosi” e “felici”. Questi ultimi vivono in modo energico la loro quotidianità, scandita dal desiderio di scoperta, sperimentazione del nuovo e voglia di esplorazione del mondo esterno alla propria dimensione, facendo uso di dispositivi tecnologici e digitali non solo per finalità ludiche.
Riguardo ai valori di riferimento, spiega il rapporto, la socialità tende a polarizzarsi nell’ambito ristretto della famiglia, della cerchia di amici e delle relazioni amorose (pilastri sicuri e inattaccabili in stretta connessione con la tradizione, cui il concetto di cultura si associa fortemente), con disinteresse e disaffezione per le istanze sociali e collettive.
Emerge, dunque, il ritratto di una generazione confusa rispetto alla propria condizione, la cui definizione di se’ passa attraverso gli interessi e le passioni individuali (“sono ciò che faccio”), e che non si riconosce in una classificazione generazionale (solo 2 su 10 conoscono il significato di Gen Y e Z). Rispetto alle offerte culturali, i consumi privilegiano quelle legate alle dimensioni della spettacolarizzazione e dell’intrattenimento: film e web series.
Emerge una connotazione culturale maggiore fra color che hanno una formazione superiore umanistica. Le offerte culturali “alte” (teatro, opera) sono minoritarie per la Gen Z che percepisce la musica come momento di condivisione con gli amici attraverso gruppi e communities (mentre la Gen Y preferisce un consumo privato), prediligendo generi attuali e commerciali.
La fruizione mediale passa, in prevalenza, dalle piattaforme di streaming online (Spotify e Youtube per la musica e Netflix per film e serie). La televisione occupa un ruolo marginale e andare al cinema non risulta particolarmente interessante, anche per i costi ritenuti troppo elevati.
Quali elementi risultano maggiormente disincentivanti la fruizione culturale giovanile? In primis i costi (6 su 10 soprattutto Gen Y) e, a seguire, l’offerta scarsa (residenti in centri minori) o inadeguata. In generale i giovani sono disposti a spendere soprattutto in ambito musicale e per i concerti dal vivo; molto apprezzate le iniziative incentivanti l’accesso come le aperture gratuite dei siti o gli abbonamenti agevolati. (Italpress)