Non possiamo rassegnarci a coloro che dicono con assoluta semplificazione che non esiste più né destra, né sinistra. Per noi è come se dicessero che non esistono più le alternative. I popoli si possono governare in diversi modi, tra i quali, modi e strumenti di destra, di sinistra e talvolta di centro.
Certo i tempi cambiano e cambiano anche gli approcci agli ideali. E destra, sinistra e centro diventano contenitori all’interno dei quali inserire programmi e progetti ai passi con i tempi e i luoghi.
Ricordo, quando andavo all’università, il secolo scorso, ed il mio professore di storia e critica delle dottrine politiche era l’onorevole Amintore Fanfani. La sua “lezione” destra/sinistra è ancora estremamente attuale. Egli fu uno dei teorizzatori dell’esistenza di una vita intermedia tra lo sfrenato capitalismo e il soffocante monopolio statale dei mezzi della produzione. È stato l’ideatore della terza via, come fu definita. Una terza via ispirata alla dottrina sociale della Chiesa, secondo cui il progresso economico non può mai prescindere dal rispetto dei valori etici e non può essere quindi fondato sullo sfruttamento e sulla prevaricazione.
Il Mondo civilizzato non può e non deve, oggi, sfruttare e prevaricare il mondo che sta varcando, clandestinamente o meno, i propri confini alla ricerca di una vita migliore. È un concetto di destra o di sinistra? È dalle premesse etiche che il professor Fanfani riuscì a mettere al centro della sua visione la persona. Tale scelta lo convinse che l’intervento dello Stato poteva rimuovere i diversi ostacoli allo sviluppo dell’individuo per trasformarlo in “persona”. Lo Stato, rimuovendo gli ostacoli, secondo la curiosa definizione di Fanfani stesso, diventa il grande spazzino della società a favore della persona che vuole raggiungere la sua perfezione.
La sproporzione di ricchezza e di reddito, che oggi constatiamo un po’ in tutto il mondo, ci invitano a ripensare all’insegnamento di Fanfani. Che era della destra o della sinistra democristiana? Amintore Fanfani ci dimostra che è possibile rinforzare il debole senza indebolire il forte. È possibile cioè espandere la ricchezza senza impoverire i più abbienti e contrastare le “diversità” con una buona amministrazione , il rispetto della legalità e del merito, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile.
Nel 1954 -quando vennero meno le forze fisiche e le fortune politiche del nostro fondatore Alcide De Gasperi-, la Democrazia Cristiana chiese ad Amintore Fanfani di guidare il partito, allora di maggioranza relativa. In quattro anni di lavoro si realizzò il capolavoro: lo sviluppo di un “sistema di economia mista di aziende private e pubbliche”, che da tutto il mondo vennero in Italia a studiare, per capirlo ed imitarlo.
Alla retorica domanda che si potrebbe fare ad un politico di oggi, sei di destra o di sinistra? Che risuona come dire: stai con noi o con loro? Occorrerà che gli stessi imparino a rispondere con l’elaborazione di specifiche piattaforme politiche senza rincorrere dialetticamente l’avversario su piani geografici difficilmente descrivibili.
Non è che non esistono più le destre e le sinistre, è che non esistono più piattaforme alternative sulle quali poter scegliere e votare chi le propone.
Non bisogna soffermarsi sulle parole, perché le denominazioni “destra” e “sinistra”, come noto, nascono dalla disposizione casuale dei banchi in cui si sedettero conservatori e rivoluzionari alla riunione degli Stati Generali in Francia nel maggio 1789, durante la Rivoluzione Francese.
il “pensiero profondo di sinistra” nasce nella seconda metà dell’800 e si propone come anticapitalista, internazionalista, contro il dominio dell’uomo sull’uomo e dall’esasperato valore di uguaglianza e libertà tra gli esseri umani. Ci sono voluti pensatori come Malatesta e Gramsci in Italia.
Oggi si è tutto liquefatto e miscelato, o si riesce ancora a progettare un futuro alternativo, che non significa necessariamente peggiore ma solo diverso, per le popolazioni e l’umanità tutta? Ed è pensabile che le due proposte si possano confrontare e alternare in un periodo di tempo sufficientemente ragionevole?
La democrazia è rappresentata anche dalla facoltà di scelta che si deve dare ai cittadini sulle proposte concrete e sostenibili, che pervengono di volta in volta da contenitori di destra e di sinistra. Senza demonizzazioni inutili e dannose.