Si è tenuta ieri mattina nell’ambito della settima edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues – promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana e ISPI – la tavola rotonda virtuale “Building up supply chain’s resiliency in a post pandemic Mediterranean: regional trade, digitalization and technological innovation”. La pandemia sembra essere su una traiettoria in lento declino: il suo impatto sulla produzione globale e sul commercio internazionale sarà duraturo. La chiusura delle frontiere e la sospensione di diverse attività commerciali hanno avuto un impatto significativo sulle aziende, interrompendo e danneggiando inevitabilmente le catene di approvvigionamento in tutte le regioni.
Poiché si prevede che il commercio internazionale subirà trasformazioni significative nei decenni futuri, costruire la resilienza delle catene di approvvigionamento significa rafforzare il mercato regionale, l’integrazione economica e investire nella digitalizzazione e nell’innovazione tecnologica. La digitalizzazione è fondamentale anche per combattere il traffico illecito, poiché migliora la tracciabilità e l’autenticazione, oltre a contribuire alla prevenzione di frodi e contraffazioni, garantendo così la sicurezza dei prodotti e delle catene di approvvigionamento.
Nella regione del Mediterraneo, che rimane un crocevia altamente strategico per il commercio globale, una cooperazione più profonda e un migliore coordinamento nel campo dell’innovazione tecnologica e digitale possono mitigare le minacce e le vulnerabilità delle catene di approvvigionamento che offrirebbero un’opportunità per rafforzare il commercio regionale. Secondo Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli affari esteri, “La discussione odierna ci ha offerto l’opportunità di riflettere su alcuni scenari post-pandemia che interessano la dimensione della sicurezza nel Mediterraneo allargato, cercando di elaborare nuove politiche per affrontarli. Dobbiamo garantire che i suoi effetti non lascino indietro le persone e che la criminalità organizzata non approfitti delle circostanze attuali”.
“L’epidemia di COVID-19 ha aumentato l’importanza delle catene di approvvigionamento, nel bacino del Mediterraneo, come in altre regioni del mondo, spingendo i governi ad intraprendere azioni per accelerare la digitalizzazione e per adattarsi in modo più efficiente e resiliente agli effetti del cambiamento climatico, il governo algerino ha messo in atto diverse misure per rilanciare l’economia digitale e le startup tecnologiche e ha lanciato un ambizioso programma per l’economia della conoscenza”, ha sottolineato Yacine El Mahdi Oualid, Ministro algerino per la Knowledge Economy e le Startups.
“Uno degli aspetti forse più peculiari della crisi pandemica è che si sta assistendo ad una crisi dell’offerta. I fattori determinanti sono vari: il distanziamento sociale, l’assottigliamento delle scorte per via della progressiva adozione della logica del just-in-time, la progressiva concentrazione geografica nella produzione di numerosi beni, la circostanza che i problemi di fornitura hanno interessato industrie upstream, cioè quelle che si trovano a monte di molte filiere, l’accumulazione precauzionale che ha accentuato la scarsità di molti beni determinando il c.d. “effetto-frusta” (bullwhip effect).
Serve un cambio paradigmatico nella costruzione delle supply chain – anche per governare le spinte inflattive -passando dal criterio dell’efficienza a quello della resilienza. Questo passaggio può trovare nella tecnologia ed in particolare nella Digital Ledger Technology un importante alleato”, ha commentato Marcello Minenna, direttore agenzia italiana delle dogane. Secondo Hafed Belhadj, Chief Procurement Officer, Philip Morris international “Il commercio illecito si adatta rapidamente: la pandemia COVID-19 ha dimostrato che le reti criminali, per loro stessa natura, sono flessibili, opportunistiche e non fanno discriminazioni su ciò che commerciano illegalmente ogni giorno. Il commercio illecito è anche un fenomeno globale ed è organizzato. Le reti criminali contrabbandano merci illegali attraverso i confini, stabiliscono operazioni illegali in zone scarsamente monitorate e creano disordini sui commerci legittimi, destabilizzando comunità e Paesi in tutto il mondo. Proprio per questo motivo la collaborazione è un fattore fondamentale per il successo contro il commercio illecito.
La comunità internazionale semplicemente non può permettersi di lavorare in silos. È necessario continuare a compiere passi in avanti verso una reale collaborazione tra settore pubblico e privato”. “La cooperazione e il partenariato sono fondamentali per garantire la pace e la sicurezza nel Mediterraneo, in particolare per quanto riguarda le minacce criminali”, ha sottolineato Alfredo Nunzi, Acting Deputy Executive Director Governance di Europol. “La regione ha bisogno di una maggiore cooperazione Sud-Sud e Nord-Sud, per la promozione dei flussi di investimento regionali per finanziare progetti comuni e consentire trasferimenti di tecnologia e know-how più rapidi, su una scala più ampia di quanto realizzato finora” ha aggiunto Blanca Moreno Dodson, Direttrice del Center for Mediterranean Integration. Secondo Vural Ocali di ARKAS Holding “Per combattere il traffico illecito è necessario ottenere una stretta cooperazione e soprattutto un coordinamento di conoscenze ed esperienze tra i vettori, le autorità doganali, le forze dell’ordine e i proprietari di marchi”.