I grandi temi dell’economia e dello sviluppo a confronto con questioni e problemi planetari come il cambiamento climatico. A parlarne è il professor Ubaldo Livolsi, banchiere, esperto di politiche e sistemi finanziari internazionali, che risponde alle domande su Clima, sulle nuove congiunture mondiali e l’impatto delle varianti Covid con l’inatteso arrivo della variante Omicrom, sulle borse ed economia mondiale. Infine i bilanci dell’export che premiano l’Italia malgrado restrizioni e blocchi.
Tra fine ottobre e inizio novembre si sono tenuti a Roma il vertice dei Capi di Stato e di Governo del G20 e a Glasgow la COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Gli obiettivi erano di attuare tutte le politiche economiche e finanziarie per mantenere a 1,5 gradi l’innalzamento climatico della temperatura e fare diventare il pianeta a zero emissioni di gas a effetto serra e conseguire la neutralità dal carbone entro la metà del secolo. Il risultato è stato in parte raggiunto, anche se un Paese come l’India all’ultimo momento a Glasgow è riuscito a far passare nell’accordo finale il concetto di “riduzione graduale” anziché “eliminazione graduale” del carbone. Al di là del successo incompleto, è un fatto che la direzione verso una economia sostenibile e rispettosa dell’ambiente è ineluttabile. Sono del resto i traguardi dell’Unione europea e di Next Generation EU, ossia portare il Vecchio Contenente a essere la prima economia del mondo a zero emissioni di gas entro il 2050. La finanza ha da tempo assecondato tale tendenza e si moltiplicano gli impegni delle società di gestione verso la difesa del clima con progetti che promettono agli investitori rendimenti maggiori rispetto a quelli delle asset class tradizionali. Proprio nei giorni di COP26, Blackrock, il maggior asset manager al mondo con masse pari a quasi 10 mila miliardi di dollari, ha annunciato di aver raccolto 673 milioni di dollari per il suo nuovo fondo infrastrutturale incentrato sul clima. Anche in Italia sono diffusissimi e trovano riscontro favorevole tra i clienti i fondi e i prodotti ESG (Environmental, Social, Governance), che consentono di realizzare un portafoglio di investimenti che valutino aziende e Paesi rispetto al loro grado di rispetto della sostenibilità, misurando fattori ambientali, sociali e di governance.
La congiuntura mondiale vive proprio in questi giorni di novità importanti. I timori per la nuova variante “Omicron” del Covid-19 individuata in Sudafrica e il calo del costo del petrolio, a sua volta causato dai timori di una forte rallentamento dell’economia mondiale in vista di un possibile riesplodere della pandemia, hanno fatto crollare le Borse mondiali e venerdì scorso i principali titoli europei hanno perso 390 miliardi in un giorno. Bisognerà aspettare per capire se tale variante sarà davvero così pericolosa e nel frattempo non si possono nemmeno escludere manovre speculative. Le Banche centrali e i mercati stanno cercando di avere informazioni più precise per decidere se e come modificare i loro piani di stimolo monetario.
Sembrava che gli Usa volessero persistere nella loro politica di non innalzamento dei tassi nella convinzione che l’inflazione sia momentanea. Non dimentichiamo che la settimana scorsa, il presidente americano, Joe Biden, ha deciso di riaprire i rubinetti delle riserve strategiche di petrolio dopo oltre un decennio, autorizzando il rilascio di 50 milioni di barili dalla Strategic Petroleum Reserve nel tentativo di abbassare i prezzi del greggio. Sulla decisione del rialzo o meno dei tassi Usa, che Goldman prevede da giugno, peserà anche l’aumento dei costi che i produttori non riescono a trasferire sul consumatore finale, mi riferisco non solo a quello dei microchip, ma, per esempio, anche a quelli dell’acciaio e del legname, che vanno a incidere sul comparto automotive, di parte del comparto manifatturiero e delle costruzioni. Sarà quindi decisivo e bisognerà decidere prima o poi come superare il problema dei cosiddetti colli di bottiglia in prima istanza o, seconda possibilità, se aumentare i tassi d’interesse, a fronte della spinta inflazionistica causata dai prezzi.