La narrazione racconta come la settimana del Thanksgiving Day sia tradizionalmente positiva per i mercati, in special modo per Wall Street. Ma quest’anno la tradizione è stata rotta dalla variante Omicron, proveniente dal Sudafrica. La principale preoccupazione degli operatori e degli investitori riguarda la possibilità che i vaccini attualmente in circolazione non siano in grado di coprirla ano o meno. Quello che spaventa realmente le borse non sono le varianti in se, ma la possibilità di nuovi lockdown generalizzati che possano impattare negativamente, e nuovamente, sull’economia dei Paesi coinvolti.
Da un punto di vista economico, il caso dell’Europa e degli Usa è, come sempre, emblematico. Hanno adottato dall’inizio approcci differenti sul lockdown. Il vecchio continente con chiusure più importanti e diffuse per contenere la pandemia; gli Usa con un approccio più improntato alla responsabilità individuale che non colpisca gli scambi commerciali ed i consumi nell’immediato.
Ma dietro il venerdì nero appena passato, con le borse europee pesantemente giù (Milano -5,4%; il Dax40 -di Francoforte -5,60%), e con le borse americane che le hanno seguite (-3,5% sul Nasdaq, ed un -2,2% sullo S&P), probabilmente non ha solo influito la variante Omicron, o meglio quest’ultima , secondo molti analisti, è stata la scusa per prese di profitto importanti su listini che sono ai massimi decennali in alcuni casi, con un rally importantissimo partito proprio l’aggiustamento dei mercati del primo quadrimestre 2020, quando complici le Banche centrali, le borse hanno ricominciato a volare.
Guardando il dato di venerdì non bisogna dimenticare che i dati da inizio anno sono ancora assolutamente positivi.
BCE e Fed, attesa per le prossime riunioni
Come riportato in un interessante intervista del Sole 24 Ore ad Andrea Delitala, Head of Investment Advisory Pictet Am Italia, le risposte delle Banche centrali e dei Governi messe in campo nella prima fase della pandemia potrebbero essere difficilmente replicabili., con le Banche centrali che potrebbero evitare di ridurre gli stimoli monetari e i Governi che dovrebbero (dovranno?) mettere in campo misure pesanti a sostegno delle fasce più deboli e colpite della popolazione. Occhi puntati sulla riunione della Fed del 15 dicembre e della BCE e Boe del 16.
Il rally del mercato dal 2020 ad oggi
Secondo molti analisti anche nell’ipotesi che la variante Omicron sia più contagiosa di quelle sin qui viste, la risposta dei mercati a breve è stata forte, ma pur sempre in un contesto fiducioso. Anzi. A fine mese i gestori internazionali potrebbero rientrare sui mercati a prezzi molto vantaggiosi, preparando i portafogli e le performance del 2022. Tutti ricordiamo i titoli dei giornali su i “miliardi bruciati” nel corso del primo avvio della pandemia nel 2020; tutti sappiamo come la risposta sia stata importantissima e foriera di risultati importantissimi. Solo da inizio anno il mercato è salito di oltre il 20%, un livello talmente importante che secondo molti difficilmente avrebbe potuto essere sostenuto senza ulteriori aiuti.
Ma ESG, transizione energetica, sostenibilità, cambiamento nelle infrastrutture dei trasporti, del lavoro nell’uso dell’IA nel lavoro, nell’agricoltura e nei trasporti, con cambi di paradigma secolari, i nuovi “megatrend”, rimangono temi sul piatto della politica e degli investitori, soprattutto istituzionali, al di là delle varianti. I prezzi, nel breve, non sono quantificabili. L’ orizzonte temporale degli investitori si.