Se è vero che ogni essere umano ha il diritto di partecipare effettivamente alla vita politica, culturale, economica e sociale del nostro Paese, come sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, è indubbio che, a tutt’oggi, per le persone con disabilità la possibilità di esercitare questo diritto fondamentale continui a essere limitata a causa di numerose barriere comportamentali e ambientali.
Troppo spesso dimentichiamo che nel nostro Paese sono residenti circa 7 milioni di cittadini disabili o non autosufficienti, e dobbiamo prendere atto che c’è ancora molto da fare sull’inclusione e, soprattutto, per cambiare la maniera di affrontare la disabilità. È giunto il momento di dare certezze e assumere impegni concreti per dare futuro alle politiche sulla disabilità nel nostro Paese.
Il precedente Governo ha avuto il merito di aumentare le risorse sul contrasto alla povertà, crediamo che ora sia tempo di occuparsi della disabilità e della non autosufficienza, tenendo conto che tutti i Paesi europei hanno già da tempo provveduto e avviato, seppur con tempi e modalità diverse, politiche sociali per migliorare le condizioni di vita dei cittadini disabili e creare gradualmente crescenti opportunità per l’inserimento nella vita sociale.
La profonda crisi economica, che attanaglia da troppo tempo il nostro Paese e della quale ancora non si vede con certezza la fine, ovviamente non facilita il compito bensì impone, purtroppo, una certa attenzione in ordine della spesa pubblica aumentando così la frammentazione degli interventi e incertezza delle risorse destinate ai disabili e alla loro famiglie. Questi sono i motivi per i quali ai nostri parlamentari chiediamo maggiore attenzione e sensibilità, perché si rischia che, in questo particolare momento storico, i disabili rimangano (ancora una volta) ultimi tra gli ultimi.
Auspichiamo che nella nuova Legge di Bilancio 2020 il governo giallorosso riesca a rientrare nei percorsi tracciati dall’Europa e, oltre a risolvere i problemi legati al Reddito di cittadinanza, all’aumento dell’IVA, della flat tax, e cuneo fiscale, inserisca e individui nel documento anche norme di garanzia e risorse per i cittadini con disabilità e per le loro famiglie, per sostenerne la piena inclusione in ogni ambito della vita.
Ci sono delle necessità, ormai indifferibili, che non possono essere più rimandate: l’aumento delle pensioni di invalidità; lo sviluppo di una buona occupazione e di modelli occupazionali (con l’utilizzo di innovazioni metodologiche e tecnologiche) adeguati alle specifiche disabilità; disporre di sistemi didattici e formativi adatti alle esigenze delle persone con disabilità; il sostegno per il caregiver familiare che sceglie di prendersi cura del proprio congiunto con disabilità; diritto all’autodeterminazione alle pari opportunità. E ancora, migliorare la mobilità ed il trasporto, semplificare le procedure amministrative, ed i servizi pubblici e privati e soprattutto garantire il diritto al lavoro per i disabili, ricordando che almeno il 50% degli stessi potrebbero lavorare autonomamente.
Tenendo a mente la definizione dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) che stabilisce la disabilità: “una condizione di salute in un ambiente sfavorevole” e, consapevoli, che questa produce sopra ogni cosa l’handicap, non ci rimane sostenere che se non è possibile ridurre la disabilità, molto può essere fatto per diminuire o eliminare l’handicap.
Basta volerlo fare davvero!