“Il sistema è al collasso: in arrivo una nuova necessaria proroga per salvare idonei e vincitori dei concorsi.
Dopo che il 60% delle assunzioni in ruolo è andato deserto ad agosto. La supplentite dilaga, i precari abbondano ma non riescono ad essere assunti dallo Stato, per colpa del mancato reclutamento dalle graduatorie d’Istituto e dal loro utilizzo sempre più anacronistico e inadeguato, tanto che in alcune aree è più facile essere nominati tramite libere Mad fuori graduatoria”. Lo afferma, in una nota, l’Anief.
“Il Governo – continua il sindacato – sembra voler correre ai ripari con la proroga, per la seconda volta, della validità delle graduatorie di merito della procedura concorsuale del 2016 prevista dalla legge 107/2015 (Buona scuola), inserita nello Schema di Decreto Legge di prossima approvazione, come richiesto sempre da Anief, e la possibilità di essere assunti l’anno prossimo, a domanda, anche in una regione diversa dove le graduatorie di merito sono esaurite. Questa possibilità verrebbe estesa anche agli idonei delle Graduatorie di merito regionali ad esaurimento.
L’organizzazione delle supplenze dei docenti è così contorta – evidenzia Anief – che pur in presenza del record di posti vacanti non si riesce ad assumere i vincitori dei concorsi, i quali, per non perdere ogni diritto, sono costretti ad aggrapparsi alle proroghe e ad assunzioni fuori regione”.
Secondo il presidente di Anief, Marcello Pacifico, “è una misura tampone necessaria ma non risolutiva, innanzitutto perché i vincitori hanno diritto a essere assunti dove hanno vinto il concorso e gli idonei che a domanda si trasferiscono in altra regione hanno diritto a rientrare con una mobilità straordinaria nel proprio territorio.
Non è colpa loro se lo Stato prima bandisce concorsi su una previsione biennale di posti vacanti e disponibili salvo poi scoprire che non ci sono. Siamo pronti – afferma – a chiedere emendamenti che coniughino il diritto alla famiglia con il diritto al lavoro. Ingiusto, infine, bloccare per cinque anni i neo-assunti, perché la continuità didattica si combatte eliminando la precarietà e le richieste di trasferimento con incentivi economici”, conclude. (Italpress)