Lo scorso 15 Novembre, nell’ambito del Consiglio dei Ministri UE, nel formato dei Ministri degli esteri e della difesa, svoltosi a Bruxelles, i relativi rappresentanti europei si sono confrontati sulla bozza del cd. Strategic Compass (Bussola Strategica), presentata dall’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell.
L’incontro ha avuto lo scopo di fornire gli orientamenti politico-strategici dell’Unione Europea in materia di sicurezza e difesa per i prossimi 5-10 anni e, contestualmente, consolidare il ruolo dell’Unione quale soggetto di rilevanza mondiale per il mantenimento della pace e della stabilità internazionale.
Lo Strategic Compass rappresenta il documento strategico che ha lo scopo di definire il framework entro il quale configurare la difesa europea nei prossimi anni, in funzione dell’evoluzione delle minacce caratterizzanti l’attuale contesto internazionale.
Nel corso della presentazione è stato riaffermato il concetto che l’Europa è in pericolo a causa delle varie minacce che provengono da diversi fronti. Nella sua prefazione, Borrell ha dichiarato che l’Europa “deve affrontare nuove minacce che non sono solo militari o territoriali”. Egli ha affermato, inoltre, che oggi “gli strumenti di potere non sono solo soldati, carri armati ed aerei, ma anche la disinformazione, i cyber attacchi, la strumentalizzazione di migranti, la privatizzazione degli eserciti ed il controllo delle tecnologie sensibili o delle terre rare. Dobbiamo essere consapevoli che la difesa dell’Europa richiederà un nuovo concetto globale di sicurezza e che le tecnologie emergenti avranno un profondo impatto sulla guerra futura sulla difesa europea”.
Al fine di affrontare il complesso scenario che va delineandosi, caratterizzato dalla natura sempre più ibrida della conflittualità, lo Strategic Compass intende operare sulla base di quattro principi base: agire in modo più rapido e deciso di fronte alle crisi; proteggere i cittadini contro le minacce in rapida evoluzione; investire nelle tecnologie e nelle capacità di cui c’è bisogno; collaborare con gli altri per raggiungere obiettivi comuni.
Con riferimento al primo principio, il documento, prevede la costituzione di una forza di reazione rapida (EU Rapid Deployment Capacity) composta da almeno cinquemila militari pronta a essere mobilitata entro il 2025 in modo flessibile e modulare per rispondere a minacce imminenti o reagire in modo tempestivo ad una situazione di crisi.
Al fine di affrontare l’evoluzione delle minacce ibride, trasversali e impiegabili verso differenti domini di ingaggio di uno Stato, l’UE prevede di adottare quella che è state definita come EU Hybrid Toolbox, la quale ricomprende misure contro gli attacchi informatici e la disinformazione, nonché verso altre forme di interferenza, come l’utilizzo dei flussi migratori quale strumento di attacco ibrido contro l’UE. Si inserisce in questo quadro anche l’iniziativa di adottare la Cyber Defense Policy per rispondere all’aumento degli attacchi informatici.
Un ulteriore elemento di rilievo della Bussola Strategica è quello di mantenere un vantaggio competitivo dell’Unione per ciò che concerne la sua sovranità tecnologica, in particolare nell’area dei sistemi autonomi e delle tecnologie digitali.
Per quanto concerne il rapporto tra questa nuova postura strategica dell’Unione Europea e la NATO, la volontà è quella di procedere in modo coordinato con l’Alleanza in quanto, come ribadito anche in questa occasione dall’Alto Rappresentante Borrell “non c’è alternativa alla Nato per la difesa territoriale dell’Europa”. Posizione questa confermata anche dall’Italia che ha colto l’occasione, rappresentata dal recente incontro tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi ed il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg, per rafforzare la collaborazione tra le due istituzioni, contribuendo a renderla più solida e coordinata anche in vista della prossima definizione del Concetto Strategico dell’Alleanza.
Lo Strategic Compass, che dovrà essere adottato a Marzo 2022, rappresenta un importante banco di prova per testare la concreta volontà degli Stati europei di cooperare per il benessere dell’Unione e raggiungere l’autonomia strategica che la renderebbe protagonista nello scenario internazionale del prossimo futuro.