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Sicurezza, siamo in buone mani

venerdì, 19 Novembre 2021
1 minuto di lettura

Non tira una buona aria per la sicurezza italiana. Ma non abbiamo da temere. La polizia ha arrestato una pericolosa terrorista, radicalizzatasi grazie all’Isis. Abitava da noi. Italiana di origini kosovare. Lavoro coordinato dalla procura di Milano. Quando parlo di “Polizia”, da ora in poi, mi riferisco alle nostre tre forze con tale potere, tutte altamente addestrate e professionali, come poche in Europa.

Arresti importanti l’altro ieri a sfavore della ‘ndrangheta calabrese, ramificata ormai in tutto il nord Italia come un virus. Sequestrati milioni di euro di beni. Reati commessi: un elenco infinito.

Ancora, giorni fa, i fermi di soggetti che, con comportamenti definitivi terroristici, stavano pedinando giornalisti che documentano gli scempi derivanti dalle manifestazioni cosiddette “no vax”, che di “no vax” hanno poco, perché le diverse opinioni non si manifestano con violenza, fisica o verbale.

Che dire poi delle minacce al Premier, al Governo, ai virologi, e a chiunque stia cercando di proporre soluzioni (si possono non condividere, ovvio, e forse talvolta dovrebbero essere meno complicate e burocratiche) contro una pandemia che, ormai siamo stufi di opinioni fantasiose complottiste, esiste eccome?

La codardia di usare anonimato e social non serve. La nostra intelligence è brava a seguire le tracce, e i colpevoli verranno ovviamente presi e puniti. Come la polizia ha fatto con la terrorista.

Voglio ricordare che, tecnicamente, gli arresti di terrorismo sono i più difficili, perché si tratta di insospettabili, spesso integrati nelle società occidentali, e che usano solo internet per “spostarsi” nel mondo, anche se la ragazza pare volesse andare a combattere per l’Isis.

Internet favorisce l’anonimato, ma le tracce si trovano. Cosi come i mafiosi le lasciano sui conti correnti, e si scopre il loro riciclaggio.

Cosa dire poi dei mafiosi e truffatori che percepivano il reddito di cittadinanza, inspiegabilmente non ancora abolito a vantaggio di misure più efficaci e meno facili da eludere. Arrestati già in molti.

Sarebbe utile e responsabile un po’ di pacatezza nell’adozione di misure sociali e di comportamenti, perché no, anche della politica, più oculati e rispettosi del sentimento popolare delle persone per bene.

Prof. Avv. Ranieri Razzante
Consigliere per gli Affari Delegati del Sottosegretario alla Difesa

Ranieri Razzante*

Dottore commercialista e Revisore dei conti, Avvocato in Roma.
Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa.
Docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” nell’Università di Bologna (sede di Forlì), e di “Diritto dell’Economia” presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
Docente titolare altresì di “Legislazione antiriciclaggio e antiterrorismo” presso gli Istituti di Istruzione delle Forze dell’ Ordine.
È stato Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Fondatore e Presidente dell’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio (AIRA). Dirige il “Centro di Ricerca sulla Sicurezza ed il Terrorismo” (CRST) in Roma.
Opinionista TgCom 24 e Rai su tematiche legate alla Sicurezza e alla Geopolitica.
Direttore delle riviste “Diritto penale della globalizzazione” e “Antiriciclaggio & Compliance”.

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