Amico lettore,
negli ultimi anni, si è argomentato più volte del concetto di Parlamentarismo e Anti Parlamentarismo.
Nel caso italiano, ed in particolare nella legislatura in corso, attraverso il Referendum svoltosi il 20 ed il 21 settembre 2020 è stato decretato il taglio dei deputati e dei senatori e quindi, in questo preciso caso, in Italia ha vinto l’anti parlamentarismo, giacché viene meno la rappresentanza parlamentare legata al principio della equa distribuzione dei rappresentanti della cittadinanza d’innanzi ad uno dei tre poteri del regime democratico.
Ma di cosa si tratta quando si argomenta di un tema del genere?
Storicamente, il dibattito su questo argomento, in Italia ha avuto i suoi albori in età post risorgimentale, anche se le sue origini, nel vecchio continente, risalgono al periodo della Restaurazione.
Nel caso francese, dal quale l’Italia prese esempio successivamente, una esplicazione magistrale della debacle tra Parlamentarismo e anti parlamentarismo, è data da Luigi Compagna, che nel suo libro “Una certa idea di Repubblica”, racconta il cammino della Terza Repubblica Francese verso il Parlamentarismo attraverso la costituzione dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario; la “guerra” ideologica, in questo particolare contesto, avvenne tra Georges Clemenceau e Georges Boulanger e vide in particolare due termini fondamentali, che meglio intendono la differenza tra parlamentarismo e anti parlamentarismo: Nazione e Patria.
Quando si tratta di Nazione, si argomenta di una unione storica, culturale, linguistica, sociale e politica che ha alti valori morali.
Quando si tratta di Patria, sia argomenta di un territorio, quindi un limite geografico che è contornato da usi, culture e tradizioni comuni.
La differenza sostanziale tra i due termini, nell’età moderna, si pensa possa essere blanda e povera di dibattiti, ma la guerra ideologica tra Nazione e Patria si accende nuovamente non al dibattito ma allo scontro storico che non è di natura istituzionale ma appartiene ai partiti politici.
Nella rivista che Noberto Bobbio definì “L’archivio storico dell’Italia della Ragione” ovvero la Nuova Antologia di Giovanni Spadolini, il dibattito tra Parlamentarismo, Anti Parlamentarismo e partiti politici era già presente nel 1870, a seguito della neonata Unità d’Italia che si trovava già in gravi difficoltà istituzionali causata proprio dai partiti politici; il bipartitismo è la soluzione mentre nel multipartitismo non porta grandi soluzioni, in special modo se quest’ultimo è esasperato.
In questo controverso ed incerto periodo storico, la pandemia sanitaria ha distolto l’attenzione sulle elezioni nazionali del 2023; il governo Draghi, nella sua silente e laboriosa operatività, sta lavorando affinché la popolazione italiana possa intraprendere un nuovo cammino ed una nuova direzione.
Ma le domande, lecite, sorgono in maniera spontanea; la popolazione, come risponderà al risultato di un referendum che ha portato ad una diminuzione della rappresentanza democratica su scala nazionale?
La tornata elettorale, alla luce di ciò che sta accadendo sul fronte politico, a che livello porterà l’astensionismo?
Quale fronte culturale prevale in Italia? Patria o Nazione?
Buona riflessione.