venerdì, 15 Novembre, 2024
Ambiente

Alla Cop26 il messaggio di Francesco: una sfida di civiltà

Investimenti per trilioni di dollari per l'ambiente

“Vi accompagno con la preghiera in queste importanti scelte”. Attraverso un messaggio letto dal cardinale segretario di Stato Parolin a Glasgow, il Papa ha scelto di non rimanere in silenzio mentre i grandi della terra parlano di triliardi di dollari per salvare il Pianeta.

Più di una volta il Santo Padre ha ricordato lo stretto legame che c’è tra l’uomo e l’ambiente, un unicum dello stesso Creatore, per guarire il quale sono necessarie azioni collegiali, solidali e lungimiranti verso un modello di sviluppo inclusivo, attento al mondo del lavoro e al “debito ecologico” che danneggia i Paesi più poveri. Dei 35 Paesi più minacciati dal cambiamento climatico, ben 27 soffrono di insicurezza alimentare estrema, ha, infatti, ricordato il direttore generale di Azione contro la Fame, Simone Garroni, e per 15 milioni di persone che vivono di agricoltura e allevamento in Africa, Asia e America Latina le sempre più frequenti violente inondazioni, tempeste e siccità generate dai cambiamenti climatici costituiscono, oggi, il primo fattore di scarsità di povertà. “La crisi climatica prelude – ha ricordato il promotore del manifesto ‘Mai più Fame’ – a una sempre più evidente impossibilità da parte delle popolazioni più vulnerabili di avere accesso al cibo”.

Per il Papa il cambiamento è prima di tutto culturale

“Decidere queste azioni – scrive Bergoglio rivolgendosi ai partecipanti alla COP26 – spetta oggi a voi perché davvero si possano assicurare condizioni di una vita degna dell’umanità di oggi e di domani in un pianeta sano. Si tratta di un cambiamento d’epoca, di una sfida di civiltà per la quale vi è bisogno dell’impegno di tutti ed in particolare dei Paesi con maggiori capacità, che devono assumere un ruolo guida nel campo della finanza climatica, della decarbonizzazione del sistema economico e della vita delle persone, della promozione di un’economia circolare, del sostegno ai Paesi più vulnerabili”.

Nel Finance Day della COP26 annunciati trilioni di dollari di investimenti

Anche la Santa Sede farà la sua parte, dal un lato con l’adozione di “una strategia di riduzione a zero delle emissioni nette” per quanto riguarda lo Stato della Città del Vaticano entro il 2050, e dall’altro con la promozione di “un’educazione all’ecologia integrale” basata sulla fratellanza e sull’alleanza uomo natura. Intanto, nel Finance Day di Glasgow, la coalizione di banche e fondi per il clima Gfanz (Glasgow Financial Alliance for Net Zero), lanciata ad aprile dall’inviato dell’Onu Mark Carney, ha annunciato l’adesione di oltre 450 aziende, che rappresentano 130.000 miliardi di dollari di asset, il 40% dei capitali finanziari mondiali, per adottare linee guida basate sulla scienza per raggiungere 0 emissioni di carbonio alla metà del 2050, e a fornire obiettivi intermedi al 2030.

Anche l’Ifc, un’entità del Gruppo Banca Mondiale, e Amundi, primo asset manager europeo fra i primi 10 operatori a livello mondiale, hanno concordato di istituire un fondo per mobilitare fino a 2 miliardi di dollari di investimenti privati in obbligazioni sostenibili dei mercati emergenti. Sul versante italiano, Roberto Cingolani ha parlato di un super-fondo, istituito insieme a Regno Unito e Danimarca, di 10 miliardi di dollari (ma con un moltiplicatore di investimenti fino a 100 miliardi) che mira a ridurre le emissioni e al tempo stesso le disuguaglianze globali nell’accesso all’elettricità. Cifre davvero da capogiro, che si spera permettano davvero di passare dalle parole ai fatti e non si trasformino, invece, nell’ennesima bolla speculativa.

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