Proprio in questi giorni da Glasgow arrivano importanti dichiarazioni dai “potenti della Terra” sulla necessità di rigenerazione del territorio, di riforestazione, di tutela e sviluppo della biodiversità.
Sembra incredibile, ma a soli 18km da piazza del Duomo di Milano esiste uno dei più straordinari esperimenti in questa direzione.
La sfida di Giuseppe Natta e di suo genero Piero Manzoni, è nata nel 1996: prendere, da un’area di circa 1.700 ettari di “deserto agricolo”, 500 ettari e trasformarli in una oasi di biodiversità, migliorando non solo la qualità dell’ambiente e quindi della vita, ma anche la qualità della produzione agricola e la produttività del terreno.
E il tutto secondo i principi dell’economia circolare e dell’agricoltura sostenibile, sia da un punto di vista ambientale che economico.
Come? Tornando a condizioni di agricoltura in auge prima delle produzioni intensive a monocoltura, basate su un massiccio utilizzo della chimica (fertilizzanti, diserbanti, ecc), che nei fatti hanno distrutto la biodiversità e trasformato le zone rurali appunto in deserti agricoli.
A Giussago, provincia di Pavia, alle porte di Milano, Neorurale Hub, la società diretta da Piero Manzoni, ha reintrodotto quella commistione di campi coltivati, acque, bosco ed animali che era alla base del sistema agricolo preindustriale.
Un enorme laboratorio di innovazione che già dopo alcuni anni ha dimostrato come si possa ridurre utilizzo della chimica e come la biodiversità sia in grado di generare in modo naturale tutto quanto serve per una ottima produzione agricola, in questo caso prevalentemente di riso.
La partenza è stata la reintroduzione della dimensione verticale, il bosco, e l’utilizzo intelligente delle acque provenienti dal vicino Ticino.
Con l’acqua e gli alberi sono tornati gli animali: oltre 200 specie di uccelli, 30 diverse specie di libellule, svariati mammiferi, dai cavalli e dai tori (uniche specie introdotte volontariamente) ai caprioli che scorrazzano liberi nella tenuta.
Tutto concorre a ricreare quell’equilibrio naturale tipico dell’anno mille che, grazie ad un sapiente utilizzo della tecnologia (ad esempio un innovativo biodigestore che, oltre a produrre biometano, genera il fertilizzante naturale utilizzato nella tenuta) consente comunque produttività maggiori anche nelle vicine risaie, stressate dall’agricoltura intensiva.
Quindi “si può fare!”: questo approccio sperimentale ha permesso di sviluppare una serie di tecnologie basate sulla natura e applicabili con successo alla filiera dell’agrifood ed ora già disponibili.
Ma il risultato più importante sta nella riqualificazione ambientale e paesaggistica di un territorio a pochi passi dalla Madonnina, che è diventato, per chi ci lavora e ci abita, un piccolo paradiso terrestre.
Una rigenerazione ambientale che ha creato un parco periurbano in grado di giocare un ruolo importante anche per la città di Milano e i suoi abitanti come corridoio della biodiversità.