”In questa fase iniziale di ripresa post-Covid, va innanzitutto ridata fiducia ai nostri risparmiatori e va messo in moto quel circolo virtuoso che parte dalla concezione etica del risparmio. Il risparmio, frutto del lavoro e di una autolimitazione nei consumi, è una virtù ed un valore sociale e va valutato, quale ‘ricchezza della Nazione’ e quale ‘ricchezza dell’Europa’”. Lo afferma il presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, Riccardo Pedrizzi, in una nota.
Due giorni fa è, ricorda, stata celebrata la 97/ma giornata mondiale del risparmio, con un appello del capo dello Stato, Sergio Mattarella, a recuperare un rapporto di fiducia con i cittadini “che potrà contribuire a mobilitare rapidamente una preziosa risorsa, come quella del risparmio delle famiglie, tutelata dalla Costituzione, contribuendo alla ripartenza”. Un monito al quale si associa il comitato tecnico scientifico dell’Ucid con il suo presidente: “Mattarella ha centrato un importante tema di riflessione”.
Il risparmio, secondo Pedrizzi, ”è in primo luogo una virtù, perché è una forma di responsabile previdenza, di cui la persona, o la famiglia, si fa carico facendo sacrifici ed evitando le sirene del consumismo e le spese voluttuarie; ed è un valore perché è sudato ‘lavoro del passato’, che mutandosi in credito e capitale d’investimento e combinandosi di nuovo col lavoro del presente e del futuro, è il fattore imprescindibile dell’ulteriore sviluppo economico e del benessere della comunità”.
Pedrizzi ricorda che la corsa al risparmio non si è arrestata negli ultimi mesi. “Mobilitare la liquidità di circa 1.800 miliardi che giacciono improduttivi nei depositi delle famiglie e delle imprese italiane indubbiamente è impresa molto difficile. Eppure questa massa di denaro che costituisce un cuscinetto per famiglie e imprese serve necessariamente per far ripartire l’economia, che è ferma per consumi mancati, investimenti ridotti e costi per banche e clienti eccessivi”. Ecco perché, conclude Pedrizzi, “la ripresa non può partire che attivando quel circolo virtuoso di cui si parlava: il lavoro crea risparmio, il risparmio si trasforma in credito e questo in investimenti nell’economia reale”.
“Bisognerà perciò innanzitutto riconquistare la fiducia delle famiglie italiane diventate ancora più prudenti anche a causa delle frequenti fregature subite nei diversi casi di risparmio tradito. Inoltre, oltre che prevedere maggiori rendimenti, come si diceva, bisognerà anche aggiungere la garanzia di non perdere il capitale investito. La riforma fiscale, che è all’orizzonte e che è in via di definizione potrebbe essere un’occasione favorevole per rivedere, ad esempio, la tassazione che oggi colpisce le rendite finanziarie”, conclude Pedrizzi.