Il Governo italiano ha promosso e organizzato un G20 straordinario tra i leader in video conferenza sul dossier afghano. Domani, mercoledì 20 ottobre, il Cremlino ha convocato un summit sul tema, quasi a rappresentare una risposta: una sorta di provocazione all’Occidente ed ancor prima all’Italia da parte dalla capitale russa; i talebani infatti, benché formalmente ed ufficialmente banditi da Mosca, vi si recheranno per l’occasione, come da accordi.
LA RICERCA DI MOSCA DI UNA RICONCILIAZIONE INTER-AFGHANA
Russia e Cina hanno partecipato al G20 di Roma soltanto con rappresentanti di grado inferiore – mentre Mosca conferma la delegazione di talebani in arrivo ed il presidente Vladimir Putin rende nota la sua assenza nell’incontro, ne prevede la preparazione di altri multilaterali riguardo il medesimo dossier; poiché “Serve sostenere il processo di riconciliazione inter-afghana e cercare una generale riconciliazione nel Paese” secondo quanto dichiarato da Putin in merito.
L’AUSPICIO DEL CREMLINO
L’auspicio generale per l’incontro a Mosca con il movimento talebano è quello di un “confronto franco” con il fine di “iniziare a risolvere i problemi in modo costruttivo” senza aspettative utopistiche di sorta: il diplomatico russo inviato in Afghanistan Zamir Kabulov ammette di non aspettarsi “decisioni rivoluzionarie” infatti “si tratta di un processo lungo” – che certamente si muoverà per l’organizzazione di una conferenza riguardo diritti umani e assistenza umanitaria a Kabul sotto l’egida delle Nazioni Unite.
I TEMI DELL’INCONTRO CON LA DELEGAZIONE TALEBANA
Le tematiche centrali su cui si concentrerà l’incontro secondo le volontà del Cremlino sono la sicurezza dei propri diplomatici e la lotta al narcotraffico e al terrorismo; anche se “per i talebani non sarà certo facile rinunciare ai guadagni” derivanti dal traffico di droga, secondo Putin. Benché il ministero degli Esteri prospetti che “le promesse del nuovo governo di contrastare il terrorismo senza contare sul sostegno esterno” saranno ottemperate.