Sulla burocrazia, soprattutto quella del Sud, ne abbiamo visto e sentito di tutti i colori. Lo scrittore Michelangelo Cammarata, in un suo aforisma, la definì “Un grattacielo senza ascensore”. Honoré del Balzac, invece, la immaginò come “un gigantesco meccanismo azionato da pigmei”. Ebbene, ora che al Sud incominciano ad arrivare i primi miliardi del Recovery europeo, ecco spuntare, manco a dirlo, il nostro secolare lamento.
Quel genetico pianto greco che riversa sempre sullo Stato, sul Governo e ora sull’Europa, tutte le colpe dei nostri ritardi. Che noi sappiamo, invece, essere tratti distintivi dell’inefficienza della pubblica amministrazione. Per carità, ci sono anche al Sud lodevoli eccezioni. Ma si tratta sempre di casi individuali, di soggetti fuori dal comune che, purtroppo, non riescono a “fare sistema”. E la conferma di questo ingranaggio che non funziona, è arrivata puntuale pochi giorni fa.
Sulla destinazione dei fondi del Pnrr è scattato subito l’allarme dei Sindaci meridionali. Per il Sud – così hanno detto – mancano 7 miliardi. E i Governatori non sono stati da meno. Hanno subito chiesto al Governo di rifare i conti, perché, a sentir loro, i fondi per il Mezzogiorno sono inferiori all’obiettivo del 40%. Questa volta, però, Roma ha battuto un colpo.
La Ministra per il Sud, Mara Carfagna ha risposto per le rime: “Niente affatto- ha spiegato –I fondi ci sono e il Mezzogiorno dimostri di saperli spendere”. Stando a quello che leggiamo, mi sembra un po’ difficile contraddirla. Prendiamo il caso della Sicilia. Il Ministero dell’Agricoltura ha respinto, per carenze tecniche, tutti i progetti presentati dai Consorzi di bonifica , 59 progetti, per un valore complessivo di 750 milioni di euro. Per il resto delle Regioni meridionali, il discorso non cambia. Il loro passato non è propriamente una “terra straniera”.
I Fondi europei destinati al Mezzogiorno, negli anni 2014/2020, sono stati utilizzati solo per il 38% (penultimo posto in Europa, indietro solo alla Croazia che ne ha speso il 36%). Vogliamo continuare con i primati negativi? Ci soccorre in questa triste classifica la stessa Agenzia della Coesione Territoriale. Al Sud, per completare anche la più banale delle opere pubbliche, come la riparazione di un marciapiede o la costruzione di una rotonda, ci vogliono 4,4 anni; 5 in Campania, 5,3 in Sicilia. Vogliamo andare avanti? Io direi che basta così.
Per noi meridionali sarebbe meglio stendere un velo su altre impietose statistiche. Prendiamo atto di un’amara verità: l’arretratezza della Pubblica Amministrazione è diventata il nemico numero uno del nostro Mezzogiorno. Al Sud, non è più (o non tanto) la “casta politica” il male da curare, ma è questo buco nero della burocrazia. Un sistema sempre più lento e macchinoso che nessun Governo, dopo l’avvento delle Regioni, è riuscito a riformare.