Gli assalti alle istituzioni e alla Cgil di sabato sera sono una forma larvata di “terrorismo” che giuridicamente deve essere ancora valutata. Siamo di fronte a minacce all’ordine democratico, tipiche, per l’appunto, delle azioni sovversive. Cosa c’entrano con vaccini, green pass e no vax qualcuno dovrà spiegarlo. C’erano dei soggetti che volevano attaccare lo Stato, nelle sue rappresentazioni più plastiche e, per la maggior parte degli italiani, intoccabili.
Gli arresti dei leader di Forza nuova, movimento ideologico che non rispetta i valori della nostra Costituzione sono la conseguenza delle loro azioni gravissime, non del pregiudizio nei loro confronti .
Quali potrebbero essere i reati contestabili?
Art. 270-octies del codice penale: “Istigazione al terrorismo”; art. 270-novies, “Aggravante terroristica”; art. 655 del codice, “Radunata sediziosa”; art. 18 del Testo unico di pubblica sicurezza, “Manifestazione non autorizzata”; art. 658 del codice penale, “Procurato allarme” (questo sta nel “Riprendiamoci Roma” annunciato dal leader di Forza nuova); art. 419 del codice, “Devastazione e saccheggio”.
La lista è parziale, dà un’idea della gravità di ciò che è successo sabato sera cosa è accaduto ieri.
Si impongono, a questo punto, almeno tre punti fermi.
Primo. La libertà di manifestazione del pensiero dei violenti va limitata. Senza se e senza ma. Non si autorizzino più “assembramenti” di facinorosi, lo possono fare i Questori e le Prefetture. Per fare un esempio concreto, chi aderisce a Forza nuova ha meno libertà costituzionali di noi pacifici, cittadini che pagano per avere quei servizi che loro ieri hanno attaccato (e devastato): siamo arrivati, oltre ai bus, alle vetrine, alle strade, anche al Policlinico di Roma Umberto 1. Ma non si autorizzino più manifestazioni che hanno obbiettivi contrari all’ordine pubblico e alle leggi dello Stato, che siano ovviamente a tutela dei beni costituzionali (la salute è una di queste).
No vax e No green pass, laddove ve ne fossero, hanno perso un’occasione per confrontarsi. Beninteso, sono idee di per sé rispettabili, e sul green pass ci sono state ambiguità e poca chiarezza. Non si adotta uno strumento del genere senza chiarire i protocolli applicativi e la sua funzione. Gli sforzi di comunicazione devono raddoppiare, e si deve finalmente considerare una decisione sull’obbligo vaccinale.
Secondo. In questi casi, va prevista l’aggravante di terrorismo, specifica. Ma le norme forse già ci sono.
Terzo. Nessuna forza politica o partito, sindacato o lobby, deve mai prevedere adesione, anche ideologica, a idee di discriminazione e violenza. Serve un “giurì” dei partiti, una Commissione che possa valutarne le condotte, perché si tratta di pubblici dipendenti, che hanno una funzione suprema: quella di garantire il funzionamento delle istituzioni democratiche, per i cittadini onesti.
Quando un parlamentare, con un incarico istituzionale di rilievo, afferma, ad esempio, che “le complicità vanno cercate all’interno delle Prefetture”, dovrebbe cadere la sua immunità parlamentare: altrimenti si fa torto a chi manifesta (pacificamente), affermando idee che, sempre se contrarie alla Carta costituzionale, vengono giustamente fatte oggetto di censura.
Le affermazioni che possono sottendere reato si dimostrano, e si fanno solo in un modo ammesso dall’ordinamento: con le denunce e gli esposti all’Autorità giudiziaria. La ricerca di visibilità mediatica non è contemplata dalla legge per consentire a chiunque di vilipendere le istituzioni.
In conclusione, esiste un pericolo di rinascita di movimenti estremisti nel nostro paese; ma, per fortuna, abbiamo le Forze dell’ordine e l’intelligence che sanno cosa fare. I cittadini onesti, e i loro figli, possono dormire tranquilli.
*Ranieri Razzante, Direttore Centro di Ricerca su Sicurezza e Terrorismo