Si e’ da poco conclusa la “Marcia per la Pace ” verso Assisi, dove Francesco ha dato un taglio netto alla retorica immergendoci tutti nella lode verso un Creatore che ama le sue creature e che nelle beatitudini invoca “Beati gli operatori di Pace , perche’ saranno chiamati figli di Dio”. Operatori dunque, non semplicemente relatori o manager di tavole rotonde dove la pace della strada non ha biglietto di invito. La societa’ dell’ultima ora chiede autentici ambasciatori di Pace, di quella che nasce da cuori puliti e trasparenti che sanno creare ponti e non muri. Pace con se stessi, con la voglia di dare sempre il meglio di se per essere “Sentinelle di Un’Alba nuova “. Pace che abbraccia la giustizia e ci traduce nell’azione fraterna di soccorso verso chi soffre e spesso non si sente amato da nessuno.
Pace vera, pulita, disinteressata, che non conosce la logica del tornaconto. Pace con la coerenza tra pensiero e cuore tra azione e riflessione. Pace nel posto di lavoro, tra colleghi e datore di lavoro. Pace nelle famiglie nel rispetto dei ruoli dove tutto e’ preceduto da un dialogo che sa di “Preghiera ” e meditazione. Non e questione di senso religioso, ma di amore alla vita che e’ un dono, un’avventura da condividere in arrmonia senza fratricidi e omicidi che ormai non attirano l’attenzione quando il cronista ne decanta la dinamica. La vera pace non nasce tra le trame dettate a tavolino con strategie di fase tecniche di pace che sa di guerra da clan. No. La pace esige cuore umano, trasparente e pulito, baciato dalla semplicita’ dei piccoli e avvolto dall’entusiasmo dei giovani. Se cosi non e’ siamo dinnanzi a un inganno che sa di retorica e di facciata ma la vera pace sta tra le ferite degli ultimi amati da chi la Pace la sa dare e che mette in crisi chi fa finta di praticarla. Solo se si e’ in pace con se stessi e si vive divenendo “Operatori di una pace disinteressata ” tutto sara’ credibile.