Accordo tra i Paesi dell’Ocse per una riforma del sistema fiscale internazionale che garantirà che le imprese multinazionali saranno soggette a un’aliquota minima del 15% a partire dal 2023. “L’intesa storica, raggiunta da 136 paesi e giurisdizioni che rappresentano oltre il 90% del PIL globale – si legge in una nota dell’Ocse -, ridistribuirà inoltre più di 125 miliardi di dollari di profitti da circa 100 delle multinazionali più grandi e redditizie del mondo ai paesi di tutto il mondo, garantendo che queste aziende paghino un equa quota di imposta ovunque operino e generino profitti”. Con Estonia, Ungheria e Irlanda che hanno aderito, ora l’accordo è supportato da tutti i paesi che fanno parte sia dell’OCSE che del G20. Quattro paesi – Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka – non hanno ancora aderito all’accordo. “L’accordo globale sulla tassazione minima non cerca di eliminare la concorrenza fiscale, ma pone limiti concordati a livello multilaterale su di essa e vedrà i paesi raccogliere circa 150 miliardi di dollari di nuove entrate ogni anno”, sottolinea l’Ocse. “Accolgo con favore l’accordo odierno sulla riforma fiscale globale. È un importante passo avanti per rendere più equo il nostro sistema fiscale globale. La Commissione Ue ha sostenuto con forza questo sforzo internazionale. Tutte le aziende devono pagare la loro giusta quota di tasse. Lo dobbiamo ai nostri cittadini”, commenta su Twitter la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. “Evviva! Raggiunto l’accordo per la tassazione minima e per redistribuire i proventi delle tasse dove le multinazionali fanno profitti e non dove stabiliscono le loro sedi. Orgoglioso del sostegno dei paesi Ue”, scrive sempre su Twitter il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.