sabato, 23 Novembre, 2024
Politica

Il peso del reddito di cittadinanza nel voto di Napoli

Spentosi l’entusiasmo per la schiacciante vittoria di Gaetano Manfredi, neo sindaco di Napoli, riflettiamo sull’esito della competizione elettorale sulla base dei numeri. Sine ira ac studio, avrebbe detto Tacito.
Ebbene i numeri dicono una verità: Manfredi ha stravinto grazie al reddito di cittadinanza. Senza del quale sarebbe stato condannato ad un sempre pericoloso ballottaggio.
Dai dati forniti dall’Inps relativi al mese di luglio 2021, nella città di Napoli figuravano ben 183mila nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza. Più dell’intera Lombardia e dell’intero Veneto sommati.

Era pertanto elementare prevedere che questi percettori del reddito avrebbero votato per il candidato appoggiato dai 5 Stelle e la cui vittoria avrebbe comunque garantito continuità al ricevimento del sussidio. E’ prevalso l’istinto di conservazione.
Si potrebbe obiettare: ma perché mai Manfredi,  sindaco potrebbe influenzare una norma nazionale? Certo che non può, almeno direttamente. Ma pensate solo per un momento ad un’ipotetica e contemporanea sconfitta di Manfredi a Napoli, di Gualtieri a Roma (ancora possibile) e di Lorusso a Torino (ancora possibile). Con un Pd a pezzi e i 5 Stelle praticamente cancellati dal panorama politico nazionale Draghi avrebbe impiegato meno di un minuto a programmare e deliberare una decisa falcidia di questo obolo, che se in moltissimi casi è venuto effettivamente incontro ad esigenze vitali di poveri disperati, in molti altri si è dimostrato solo un grazioso ed inspiegabile regalo a truffatori, lavoratori in nero, mafiosi e parcheggiatori abusivi.
Con il Pd e i 5 Stelle bastonati dagli elettori, sarebbe stato gioco facile per il premier imporre una sterzata su un provvedimento ormai impopolare, che oltre ad erodere miliardi alle casse dello Stato, si è rivelato un clamoroso flop quanto all’obiettivo finale, quello di favorire l’occupazione attraverso i navigator.
L’affermazione che Manfredi ha vinto soprattutto grazie al reddito di cittadinanza è suffragata non solo dai numeri precedenti il voto, ma soprattutto dai numeri, impietosi e inoppugnabili, che emergono dai risultati delle municipalità.
Il Movimento 5S è ridotto ai minimi termini in tutta Italia. Percentuali che non superano le dita della mano. Desaperecido. Solo a Napoli ha superato, invece, le due cifre, attestandosi oltre il 10 per cento. E scendendo ancor più particolareggiatamente nell’esame dei flussi ci si accorge che i grillini hanno tenuto solo nei quartieri popolari, vincendo addirittura nelle municipalità di Scampia-Secondigliano (boom del 15%) e di Miano-San Pietro a Patierno (quasi 12%). E si sono piazzati secondi, alle spalle del Pd, in altri quartieri popolari del centro storico come San Lorenzo-Vicaria e della periferia orientale, come San Giovanni-Barra. Fiasco quasi completo, invece, al Vomero e a Chiaia, i quartieri della borghesia.
Nelle periferie, dove si concentra il maggior disagio sociale, ma anche e, purtroppo il maggiore tasso di illegalità, Manfredi ha fatto incetta di voti ed ha scansato un ballottaggio che avrebbe potuto riservargli rischi imprevedibili.
Ora comunque è chiamato ad un compito immane: raddrizzare una città ridotta allo sbando da dieci anni di disastri di De Magistris. Dieci anni indimenticabili, li ha definiti lui, ed ha ragione. I napoletani non li dimenticheranno certo, li ricorderanno come un incubo dal quale finalmente si sono liberati.
Per vincere la sfida Manfredi, innanzitutto, non dovrà farsi condizionare dalle pretese (che verranno) dai 5 Stelle e soprattutto da De Luca, il suo grande e interessato sponsor. E magari dovrà darsi una svegliatina per correggere l’immagine sonnolenta che ha fornito da candidato. Anche questo servirà.
Quanto alle cose da fare, che saranno tantissime e concrete, bisognerà che scenda sulla terra e abbandoni quei tratti da sognatore che hanno contraddistinto i suoi timidi proclami in campagna elettorale.
Il cardinale Sepe, se fosse stato ancora in carica, nel dargli il viatico dopo la vittoria gli avrebbe detto: “A Maronna t’accumpagni”.
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