Il Consiglio dei ministri con il via libera alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza con le proiezioni su Pil, deficit e riduzioni di tasse e bollette, ha portato anche una ventata di decisioni in altri settori. Quello della giustizia, ad esempio, con un primo cambio delle regole in versione garantista. Così come per la nomina del generale di Corpo d’armata dell’Esercito Luciano Antonio Portolano a nuovo Segretario generale del Ministero e di Direttore nazionale degli armamenti
Inchieste e intercettazioni
Dopo anni di controverso dibattito politico il Governo ha fatto un prima mossa della più complessa riforma della giustizia. Il Cdm ha infatti deciso che nelle inchieste penali l’acquisizione dei dati telefonici e telematici dai fornitori potrà essere disposta solo con un decreto motivato del giudice. Anche in caso di urgenza il pubblico ministero potrà procedere, ma ci dovrà essere la convalida del giudice. Il Consiglio dei ministri lo ha deciso con il decreto legge approvato su proposta della ministra Marta Cartabia.
Un atto che permette all’Italia di adeguarsi al diritto comunitario e in particolare alla sentenza della Corte di Giustizia Ue del 2 marzo 2021.
Incarico al gen. Portolano
Il Consiglio dei ministri presieduto da Mario Draghi, su proposta del titolare della Difesa Lorenzo Guerini, ha deciso il conferimento dell’incarico di Segretario generale del Ministero e di Direttore nazionale degli armamenti a Luciano Antonio Portolano generale di Corpo d’armata dell’Esercito . Il generale prende il posto di Nicolò Falsaperna giunto a termine incarico, il cambio della guardia è previsto il 6 ottobre. Portolano lascia la guida del Covi, comando operativo di vertice interforze, da poco elevato al rango di “quattro stelle”. Secondo le anticipazioni del suo nuovo ruolo dovrà affrontare la sfida dello sviluppo e rilancio dei programmi militari industriali. A Portolano viene riconosciuta una vasta esperienza in campo internazionale. L’Afghanistan è solo l’ultimo esempio del suo impegno internazionale. Di rilievo è la funzione di segretario generale della Difesa. Toccherà al generale Portolano emanare “disposizioni attuative degli indirizzi politico-amministrativi e di alta amministrazione riguardanti l’area tecnico-industriale e tecnico-amministrativa della Difesa, impartiti dal ministro della Difesa”.
Sviluppo e welfare
Tornando nel merito alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, c’è da sottolineare che il testo fornisce non solo numeri e proiezioni, ma un vero percorso di quella politica di sviluppo che il premier Draghi e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, promettono di realizzare. L’idea è quella di mantenere sulla stessa traiettoria lo sviluppo e il sociale inteso come attenzione verso le famiglie e quel tessuto produttivo più fragile fatto da piccole e micro imprese.
“Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare”, si legge nella Nota, “determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime”.
La ripresa poi il deficit
Nella logica del Governo c’è una strategia temporale del Bilancio dello Stato che emerge in modo chiaro. Prima gli aiuti per superare la fase post Covid e sostenere la ripresa poi il rientro graduale nel deficit. Strategia che sarà messa a punto in un arco temporale che va dal 2021-2024 e dal 2024 al 2030.
“Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo”, calcola il Governo, “l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il Pil e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019”. Con una sottolineatura su come, una volta recuperato il terreno perduto, poi si penserà a ridurre il deficit. “Si può prevedere che tali condizioni saranno soddisfatte dal 2024 in avanti”. Quindi “a partire dal 2024, la politica di bilancio mirerà a ridurre il deficit strutturale e a ricondurre il rapporto debito/Pil intorno al livello precrisi entro il 2030”.