Non si placa l’ondata di reazioni e polemiche dopo il durissimo discorso che Greta Thunberg ha tenuto al cospetto dei leader mondiali riuniti al summit dell’Onu sul clima. Durante il suo appassionato intervento l’attivista svedese ha accusato i potenti della terra di “non essere abbastanza maturi per dire come stanno le cose”. Quali potrebbero essere le ripercussioni delle parole della sedicenne sull’atteggiamento che i più giovani assumeranno nei confronti della politica? La sensibilità ecologica potrebbe essere un modo per far crescere l’interesse verso l’impegno nella vita pubblica? Ne abbiamo parlato con Massimiliano Scopelliti, professore di psicologia sociale presso il Dipartimento di Scienze Umane (Comunicazione, Formazione, Psicologia) della “Lumsa” (Libera Università Maria Santissima Assunta), già titolare dell’insegnamento di psicologia ambientale alla “Sapienza”.
Professore, ha seguito il discorso di Greta? Che idea si è fatto di questa ragazza e del mondo che le gira intorno?
“Mi hanno molto colpito, a parte il messaggio che vuole far passare, le espressioni del volto di Greta. Si tratta, evidentemente, di cose che sente molto e che, dunque, è riuscita a trasmettere in maniera emozionale. Proviamo adesso a fare un piccolo esperimento. Confrontiamo tutto questo con il tono di voce o l’espressione di qualunque capo di Stato o autorità politica: quando i potenti della terra parlano di salvaguardia dell’ambiente lo fanno in maniera asettica, compassata, quasi che si trattasse di un tema lontano. Settantasette Paesi, molti del mondo industrializzato, si sono impegnati a ridurre le emissioni nette di carbonio entro il 2050. La domanda che pongo è la seguente: nel 2050 avremo ancora un mondo vivibile? Io sono molto perplesso. Ecco perché mi ha molto colpito il discorso di Greta”.
La salvaguardia dell’ambiente è un tema trasversale che coinvolge sempre più persone. Ritiene che questa forma di mobilitazione possa innescare la nascita di una nuova generazione di politici?
“Non so quanto le giovani generazioni impiegheranno per scendere in campo. Ci vorrà del tempo. Nel frattempo, però, proprio la vicenda di Greta mi fa ben sperare. Questa ragazzina ha iniziato la sua protesta da sola. Poi, grazie al positivo apporto dei social, è stata seguita da milioni di persone in tutto il mondo. Sinceramente mi auguro che adesso regge le sorti del mondo ascolti il grido di aiuto non solo di questa ragazza e della comunità che ruota intorno a lei ma anche della scienza che, con studi approfonditi, dice da decenni la stessa cosa”.
Senza contare l’Enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune” di Papa Francesco…
“Certamente un contributo fondamentale. Il Santo Padre, sulla scorta del Magistero dei suoi Predecessori, ha affrontato il tema della ecologia integrale nelle sue diverse declinazioni. Il suo è stato un richiamo forte, come soltanto un’Autorità del suo spessore poteva fare. Non possiamo non restare sconcertati di fronte all’atteggiamento dei Paesi che inquinano di più, i quali pensano a come colonizzare Marte, quando invece dovrebbero interrogarsi su come utilizzare gli ingenti fondi a loro disposizione per salvaguardare la nostra casa comune, il pianeta Terra. Ci sono studi su riviste scientifiche internazionali prestigiosissime che dimostrano che gli investimenti per tutelare la biodiversità producono risparmi notevoli dal punto di vista economico. Eppure i governi si muovono nella direzione opposta”.
In che modo l’uomo deve rapportarsi all’ambiente che lo circonda per vivere in maniera serena?
“Gli studi che ho condotto insieme ai miei colleghi hanno fatto emergere un dato: tutte le persone che si impegnano come Greta, nel senso che dedicano la loro esistenza, con convinzione, alla salvaguardia dell’ambiente, hanno ben chiaro il rapporto di stretta interdipendenza tra la Natura e l’uomo. Più la curiamo, più la Natura ci restituisce il meglio di sé. E questo dal punto di vista psicologico è molto importante”.