Draghi a tutto campo. Due giorni intensi tra incontri, vertici bilaterali, confronto su scelte e progetti futuri. “EuMed21” il summit dei Paesi europei del Mediterraneo, mette in luce il lavoro dell’Italia in un’area dove si addensano temi e problemi di eccezionale importanza. Draghi rilancia indicando nuove strategie su questioni oggi planetarie come clima e transizione energetica, e sottolinea i rischi della instabilità nel Mediterraneo, con migrazioni, tensioni militari, energia. Fino al nodo dei vaccini per i Paesi poveri.
La parola che più volte riecheggia nella sede della Stavros Niarchos Foundation, centro culturale disegnato da Renzo Piano è “determinazione”, che Draghi scandisce più volte.
Essere determinati
Nelle dichiarazioni conclusive del summit Draghi è perentorio.
“Siamo determinati a percorrere l’obiettivo della transizione ecologica con il massimo impegno, la massima determinazione”, evidenzia Draghi ai colleghi capi di Stato presenti al summit, “dall’altro siamo determinati a proteggere soprattutto i più deboli dai costi sociali che potrebbero essere davvero significativi”.
Clima, rischi immensi
Contro il cambiamento climatico Draghi sottolinea i gravi rischi che incombono su cittadini ed economia. “Serve una azione convinta e determinata. La trasformazione è veramente gigantesca e non c’è tempo, non c’è possibilità di ritardare o dilazionare perché costi che cittadini e Paesi subirebbero sarebbero immensi”.
Energia vaccini, l’Ue c’è
Per il premier italiano la Commissione europea per l’approvvigionamento energetico può avere un ruolo importante per il suo “potere di acquisto”. Draghi indica così la soluzione contro il caro energia. “La lezione dei vaccini è stata appresa, la Commissione europea nella seconda fase di acquisto di vaccini è stata straordinaria”. Sull’energia bisognerà superare alcune difficoltà tra Paesi Ue.
“I Paesi del Nord dipendono meno del Sud da certi idrocarburi”, osserva Draghi, che auspica un confronto risolutivo.
Una difesa europea
Il tema più caldo del Summit con i presidenti di Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Slovenia, Croazia Malta e Cipro, è quello della sicurezza nel Mediterraneo. Draghi si sofferma sulla necessità del “rafforzamento della difesa europea”. I motivi sono quelli della instabilità del Mediterraneo.
“Gli eventi degli ultimi mesi stanno portando a un profondo riesame della dimensione internazionale e il risultato non può che essere il rafforzamento della sovranità europea, uno degli aspetti è il rafforzamento della difesa europea”.
Sicurezza prioritaria
La linea Draghi prevede due obiettivi: stabilità e ampliamento dei Paesi EuMed con il primo passo della partecipazione di Slovenia e Croazia.
“Abbiamo discusso della situazione di sicurezza del Mediterraneo, soprattutto per il Nordafrica: Libia, Tunisia. La situazione è abbastanza instabile ma tutti i Paesi assicurato di contribuire al mantenimento della stabilità”, osserva Mario Draghi, “voglio ringraziare il premier Kyriakos Mitsotakis per aver organizzato questo vertice, l’Italia è favorevole a un ulteriore allargamento a tutti i Paesi del Mediterraneo”.
I nuovi pericoli
I rischi per la sicurezza nel Mediterraneo Orientale sono noti. I leader hanno riesaminato le vicende, come le pressioni Turche su Cipro per i giacimenti di gas o la crisi greco-turca, con i leader che hanno espresso il loro sostegno e solidarietà a Grecia e Turchia. Sicurezza è il tema che Draghi ha più volte sottolineato. In questi anni l’area tra basso Adriatico ed Egeo meridionale è diventata energeticamente strategica, in ottica balcanica ed euroasiatica. Per gli analisti militari lo dimostra il fatto che c’è il rafforzamento delle missioni di addestramento sul suolo greco. A novembre ad esempio nel porto greco di Alexandroupolis, trasformato economicamente dalla presenza quinquennale Usa, con lo sbarco di farti armati, a cui si aggiungeranno aerei ed elicotteri. Il tutto in una area dove transitano gasdotti.