Il progressivo definanziamento del Servizio sanitario nazionale, la creazione di tanti servizi sanitari diversi (per liste d’attesa, modelli organizzativi, procedure di emergenza-urgenza, integrazione ospedale-territorio, dotazione e composizione del personale, accesso all’innovazione, coperture vaccinali, screening oncologici) e l’aumento della spesa out of pocket per cure e prestazioni, la carenza di personale medico-specialistico e infermieristico, dovuta all’errata programmazione, minano invece i diritti garantiti dagli articoli 3 e 32.
Come rimediare? Cittadini e medici – rappresentati rispettivamente da Cittadinanzattiva e dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) – hanno siglato nei giorni scorsi presso la sede di Confcooperative il “Patto per la Salute”. I punti essenziali sono: rifinanziare il Servizio Sanitario Nazionale, rivedendo i criteri di riparto del Fondo Sanitario a partire dai reali bisogni di salute della popolazione; superare la logica del superticket; reinvestire i risparmi derivanti da una buona governance sanitaria all’interno dello stesso Servizio Sanitario Nazionale.
Medici e cittadini, dunque, dettano alla politica la ricetta per ristabilire l’universalità e l’equità d’accesso al diritto alla salute, porre fine alle disuguaglianze, partendo dal lavoro sviluppato dalla Strategia nazionale per le Aree interne; riorganizzare le reti dell’offerta ospedaliera e dell’assistenza territoriale;
valutare i fabbisogni del personale del Servizio Sanitario nazionale e dei cittadini che vi accedono; implementare le infrastrutture e i modelli organizzativi per realizzare il sistema di interconnessione dei sistemi informativi del Servizio sanitario nazionale; promuovere azioni che valorizzino l’autonomia e l’indipendenza della professione medica, a garanzia del diritto all’autodeterminazione del paziente: tra le più importanti e urgenti, la revisione dei limiti nella prescrizione dei farmaci, da attuarsi coinvolgendo nei Tavoli dell’Aifa le organizzazioni civiche e le federazioni ordinistiche mediche.