Negli ultimi 25 anni la tassazione degli utili di impresa si è dimezzata passando dal 43,6% al 26,5%, mentre quella sul lavoro è aumentata. Su questa premessa più di numeri che ideologica, si basa la richiesta del segretario Uil, PierPaolo Bombardieri che sollecita il governo a trovare un accordo sulla tassazione minima delle multinazionali. Decisione che per il leader sindacale “non è più rinviabile”.
“Sia i “deputies” del G20 Finanze, in corso a Napoli, sia il vertice che si svolgerà in ottobre a Roma devono assumere questa decisione”, scandisce Bombardieri , “Negli Usa stanno provando a invertire questa tendenza, l’Italia e l’Europa dovrebbe seguire la stessa traccia”, auspica l’esponente sindacale.
Altro tema sollevato dal segretario della Uil sono le delocalizzazioni
“Quella sulla tassazione delle multinazionali”, spiega Bombardieri, “inoltre, è una questione che si intreccia con il decreto Anti-delocalizzazioni al quale sta lavorando il governo italiano e su cui sollecitiamo un coinvolgimento delle parti sociali. Esistono già le linee guida OCSE sulla responsabilità sociale delle multinazionali: il Governo le renda vincolanti e le imprese si impegnino a rispettarle”. Per la Uil i fondi pubblici vanno dati con precise garanzie assegnando a chi mantiene i patti degli incentivi.
“Noi riteniamo che i fondi pubblici non debbano essere fruiti da chi delocalizza”, prosegue il segretario della Uil, “ma neanche da chi ha la sede in paradisi fiscali o non rispetti le normative sulla sicurezza. Si può definire anche una sorta di ranking che premi le imprese più virtuose: nel mondo della finanza si danno i voti agli Stati, non possiamo farlo anche per le imprese?”.
Transizione? Non sui lavoratori
Per il sindacato le ipotesi di riforma di alcuni sistemi produttivi che dovranno affrontare la transizione ecologica non potranno ricadere sui lavoratori.
“Il G20 Finanze, infine, sta discutendo anche di Green e Agenda verde”, conclude Bombardieri, “condividiamo l’obiettivo, ma il costo sociale di questa transizione non può essere scaricato sui lavoratori, sapendo che, per decenni, ci sono state multinazionali che hanno inquinato senza pagarne il conto”.