lunedì, 16 Dicembre, 2024
Attualità

I giochi paralimpici parlano italiano. E non solo a Tokyo

È quasi da non crederci che le Paralimpiadi parlassero la lingua italiana. Sono nate ad Ostia Lido nel 1960, nel Centro Paraplegici di Villa Marina, fondata nel 1957 per merito di Antonio Maglio, medico dell’I.N.A.I.L. (1912/1988) – pioniere della sport-terapia – per averne promosso i giochi ad una settimana dalla XVII edizione delle Olimpiadi estive, insieme al dott. Guttman da Londra, ai quali è d’obbligo riconoscenza.

Ed è proprio da questa data che l’Italia sportiva paralimpica cresce sempre di più, portato a casa altre 14 medaglie d’oro, 29 d’argento e 26 di bronzo ai giochi paralimpici di Tokyo, classificandosi al nono posto mondiale, oltre alla coppa Europea femminile di Volley.

Le più grandi campionesse e campioni dello sport disabile del mondo si sono cimentati in ben 22 discipline, con circa 4.400 atleti, con 537 eventi medaglia in palio.

L’Italia si è presentata col più alto numero di atleti da quando partecipa ad una Paralimpiade e cioè con 113 atleti, di cui 61 giovani donne, impegnati in 16 discipline: atletica leggera, badminton, canoa, canottaggio, ciclismo su pista, equitazione, judo, nuoto, scherma, slittino volley, tennistavolo, sollevamento pesi, taekwonto, tiro a segno, tiro con l’arco e triathlon.

Si possono considerare le paraolimpiadi più emozionanti ed entusiasmanti in assoluto per le discipline e per i lusinghieri risultati conseguiti, nonché per la spettacolare vittoria e gioia delle tre giovani azzurre Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Graziana, con la storica tripletta nei 100 metri ed il loro sfoggio sul podio con le tre medaglie (oro, argento e bronzo).

Praticare sport con disabilità è incoraggiante specie per i ragazzi con limitazioni dalla nascita. Ma è stimolante a riconquistare nelle persone con disabilità sopraggiunte – sia pure condizionate – autonomia, fiducia, libertà e dignità.

Cultura sportiva ed integrazione vanno di pari passo, come ci insegnano due donne che, attualmente,  svolgono ruoli importanti nella politica, Valentina Vezzali – la donna con più medaglie nella sua disciplina, la scherma –  conseguite nei giochi Olimpici, Mondiali, Europei, Universiadi e nei giochi del Mediterraneo, ora  Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega allo sport e Giuseppina Versace, atleta paralimpica, deputata, con delega del gruppo pari opportunità e disabilità nella Commissione Affari sociali di Montecitorio, nonché membro della Commissione bicamerale d’infanzia e adolescenza.

Alla scienza, alla tecnologia ed alla politica il compito di rendere meno complicato il mondo che circonda le persone diversamente abili di qualsiasi età e per le diverse cause generatrici, familiari compresi.

 

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