Durante la pandemia le persone hanno modificato le loro abitudini, anche di acquisto, consentendo all’e-commerce una crescita molto elevata.
Se a livello globale si è registrato un incremento del 58%, l’Italia è riuscita a fare ancora di più: con un aumento del 78% si è posizionata al quarto posto tra i Paesi con il maggior aumento percentuale dopo Canada, Olanda e Regno Unito. È quanto emerge dai dati relativi al primo trimestre del 2021 dello Shopping Index di Salesforce.
Di pari passo, però, si sono diffuse l’attenzione per la sostenibilità e la consapevolezza dei consumatori rispetto all’impatto ambientale causato dagli acquisti online.
Sostenibilità: il Rapporto RetailX
“Sustainability Report” di RetailX mette in luce quanto lo shopping online si ripercuota sull’ambiente, analizzandone i molteplici aspetti che concorrono a favorire l’inquinamento.
Uno di questi è rappresentato dagli imballaggi. Se da una parte si riconosce lo sforzo dei produttori alimentari e degli operatori della GDO per trovare alternative alla plastica monouso, di contro il suo livello di utilizzo nell’e-commerce è in aumento: si prevede un incremento del 14,6% all’anno da qui al 2027. Senza contare il dilagare del fenomeno del serial returners, ossia di coloro che eccedono nel restituire la merce, che si aggiunge al già elevato numero di consegne a domicilio.
Altro fattore che causa consistenti danni all’ambiente è il trasporto su strada, che da solo rappresenta il 73,1% delle emissioni di gas serra in Europa. E la crescita dell’e-commerce non pone certamente un freno: già in epoca pre-Covid19, si prevedeva che le consegne nelle prime 100 città del mondo sarebbero aumentate del 36% con un incremento della congestione e delle emissioni del 32%.
Non da ultimo, anche la supply chain ha notevoli responsabilità in ottica ambientale. “Nell’anno della pandemia e dell’incidente al canale di Suez, è emerso quanto le catene di approvvigionamento siano globali e, negli acquisti online, quanto la loro sostenibilità dipenda anche dai fornitori scelti”.
Consapevolezza: molla del cambiamento
Dal rapporto di RetailX emerge anche quanto sia cambiata la percezione dei consumatori rispetto al contributo che possono dare per non intralciare processi di sviluppo più sostenibili.
Il 37% dei consumatori intervistati nel corso dello studio si è dichiarato più consapevole degli effetti dell’e-commerce, ed il 43% degli acquirenti ha confermato di tenere in considerazione le opzioni disponibili per ridurre l’impatto prodotto dalle consegne, sfiorando il 60% nella fascia di età 18-25.
Consapevolezza che ha portato il 40% degli intervistati a rispondere che intende accordare una preferenza per quei “siti e-commerce che comunicheranno in modo efficace e credibile il proprio impegno a ridurre l’impatto della loro attività, anche intervenendo sulle catene di approvvigionamento di cui si avvalgono”.
Questa presa di coscienza da parte dei consumatori potrebbe rappresentare la molla che dà impulso al cambiamento, spingendo le aziende a essere più trasparenti sui loro processi, e i dirigenti della vendita al dettaglio a mostrare maggiore attenzione rispetto alle scelte da fare.