venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Istat: forte ripresa +4.7%. Risale l’inflazione

Per l’istituto di statistica l’Italia viaggia a gonfie vele. Un’economia che cresce a livelli “sostenuti” con una proiezione che vedrà a fine 2021, la crescita del 4,7%. Un rimbalzo positivo dopo il crollo del 2020.

Tra ripresa consolidata e proiezioni positive si fa però largo l’aumento dell’inflazione che in estate ha fatto sentire la sua zampata: con l’indice dei prezzi salito a luglio dello 0,5%, e del 2,1% annuo. Quindi l’inflazione veleggia al top, se possibile un parallelo a livelli del 2013 quando i prezzi salirono del 2,2%.

Ripresa e prezzi

La spirale dei prezzi però non impensierisce l’Istat L’Istituto commenta i dati di crescita come segnali di una economia che si riprende da uno shock epocale. “Il forte recupero dell’attività produttiva riflette un aumento marcato del valore aggiunto sia nell’industria, sia nel terziario”, osservano gli analisti, “A sostenere la crescita sono state le componenti interne dei consumi e degli investimenti: rispettivamente +2,6 e +0,5 punti percentuali; mentre quella estera ha fornito un apporto di 0,3 punti. Le ore lavorate sono cresciute del 3,9% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dell’1,9%, i redditi pro capite sono risultati stazionari”.

 

I mesi che verranno

I prossimi scenari si muovono su due ipotesi, quello di una crescita che in autunno e inverno farà segnare un balzo superiore alle stesse proiezioni Istat. È di questi giorni l’ipotesi formulata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti di un incremento del 6%, mentre da fonti di Governo il Pil crescerà del 5%. In ultima analisi tra il 4.7 dell’Istat e il 6 del ministero, la ripresa non avrà intoppi.

Eppure, un secondo scenario è più cauto. La pandemia è stata arginata, la produzione industriale cresce, la fiducia delle famiglie è in risalita, ma non basta perché il rischio delle varianti, di una ripresa dei contagi, di regioni che potrebbero riavere chiusure, potrebbero far saltare molte indicazioni positive. Problema che hanno anche gli altri Paesi Ue. Inoltre c’è il nodo delle vaccinazioni, per ora la terza dose è stata solo evocata ma non ha raccolto consensi.

 

Le reazioni

La presentazione dei dati Istat ha avuto un effetto benefico sulle valutazioni delle Associazioni di categoria.
Per la Coldiretti si tratta di un “risultato storico”, la Confederazione si esprime con un metro di giudizio legato alle esportazioni agroalimentari. “Il Made in Italy ha registrato un aumento record del +23,1% a giugno con
una proiezione in valore su base annuale stimata in 50 miliardi nel 2021”, che ha spinto la crescita del Pil. “L’Italia può ripartire dai suoi punti di forza con l’agroalimentare” sottolinea il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “con l’emergenza Covid il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera agroalimentare allargata dal campo alla tavola e ben 4 milioni di lavoratori impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà
della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”.

 

L’incognita energetici

C’è poi un capitolo a parte, quello delle dinamiche planetarie sui costi delle materie prime e fonti energetiche.

L’Istat, ad agosto, ha tracciato una crescita dell’indice nazionale dei prezzi al consumo indicando nel 2,1% la base annua. La crescita va cercata prevalentemente nei prezzi dei beni energetici che a luglio hanno toccato un rialzo record del 19,8%.

Riguardo ai redditi da lavoro dipendente pro-capite si è registrato un aumento dello 0,1%. Un dato debole per effetto di crescite contenute in tutti i comparti: 0,8% in agricoltura, 0,2% nell’industria, 0,5% nelle costruzioni e 0,1%nei servizi.

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