In corteo per il clima, perché “non esiste un pianeta B”. Alla vigilia del Climate Summit, previsto al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite lunedì 23 settembre, la città di New York è scesa in piazza con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del cambiamento climatico. Migliaia di persone si sono riunite a Foley Square, a sud di Manhattan, per il corteo “NYC Climate Strike”, che ha toccato vari punti della città. Tappa conclusiva Battery Park, dove è atteso il discorso di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese ispiratrice del movimento Fridays For Future.
Sarà proprio Greta una delle protagoniste del summit di lunedì all’Onu. “Vogliamo che si agisca ora, perché l’ambiente non ha colore politico e il cambiamento climatico è in atto, lo viviamo, non abbiamo una seconda possibilità”, dice a Italpress Abbey Sehaff, studentessa della New York University, di 21 anni.
New York è stata capofila di una protesta globale, che ha coinvolto numerose città in tutto il mondo. Giovani ma anche meno giovani hanno marciato, intonando cori e mostrando cartelli colorati per lanciare messaggi a favore di nuove politiche sul clima. Tra gli slogan più usati, “Non abbiamo un pianeta B”, “Vogliamo un futuro migliore” e “Basta ai sussidi per i combustibili fossili”. “Sono contento perché vedo il doppio delle persone dell’anno scorso”, dice Bob Coscody, 16 anni, studente del liceo di Port Authority, a Manhattan.
Il corteo era stato preceduto da numerose polemiche, dopo che la città di New York aveva deciso di “giustificare” l’assenza a scuola di oggi, per circa un milione di giovani. “Credo sia stato giusto, ha favorito la partecipazione”. Bob ha la stessa età di Greta Thunberg: “E’ una figura ispiratrice per noi, per il futuro: chi è in piazza oggi con me, domani può essere un senatore o un deputato al Congresso”.
Il corteo di New York è stato eterogeneo e si è svolto in un’atmosfera frizzante. Oltre alle migliaia di studenti, molti genitori e coppie in pensione. Sarah Simon ad esempio, 41 anni, è nata a New York dove lavora ed è mamma di due figli, di 6 e 3 anni: “Siamo qui per loro e il modo in cui stiamo vivendo mette in pericolo il loro futuro”. I leader della politica, dice, “devono capire che in questa piazza ci sono tutte le generazioni”. E aggiunge di avere “molta speranza dopo la protesta di oggi”. Ma qualche pessimista non manca.
Gene Polack e Marie sono una coppia sulla sessantina. Nati in Europa, Gene è un professore: “Ho condotto ricerche sul clima a vario livello e la vedo in modo molto negativo per questi giovani”. Anche se Marie spera ancora che la situazione possa cambiare: “Siamo qui per dire che la nostra generazione è coinvolta: non possiamo più guardare altrove”. (Italpress)