“La crisi del Coronavirus e le recenti alluvioni in centro Europa hanno dimostrato quanto, nonostante lo sviluppo economico e sociale, siamo vulnerabili. Questi fatti hanno messo in evidenza la necessità di ripristinare l’equilibrio tra l’attività umana e la natura. Il Consorzio di tutela del Grana Padano è da sempre sensibile al tema della sostenibilità ambientale e del benessere animale. Dal 2007, infatti, tratta questa tematica attraverso diversi studi con approcci e metodologie mirate a valutare l’impatto ambientale dell’intera filiera produttiva. In particolare, il Consorzio ha aderito al progetto Life Ttgg – The Tough Get Going, che utilizza la metodologia Pef (Product Environmental Footiprint) per misurare le prestazioni di sostenibilità, in quanto considera l’intero processo di produzione: dalla produzione del latte nelle stalle alla vendita del Grana Padano Dop”. Così Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, intervenuto a un convegno al Meeting di Rimini. L’agroalimentare è di fronte a molteplici sfide: essere capace di resistere ai cambiamenti, soprattutto quelli del clima e del mercato; essere sostenibile; garantire la vitalità delle zone rurali; assicurare la produzione alimentare a fronte di un aumento della popolazione mondiale che entro il 2050 sfiorerà i 10 miliardi di esseri umani.
La visione del futuro dell’agricoltura sarà caratterizzata dalla prevalenza dell’agroecologia, dell’agricoltura biologica, dell’innovazione e dell’agricoltura digitale, per l’ottenimento di prodotti sempre più attenti alla salute, trasferiti al consumatore in filiere agroalimentari perfettamente tracciate e ricche di informazioni. “In linea con le indicazioni dei Green Deal della Commissione Europea, il Consorzio del Grana Padano vuole sottolineare l’impegno concreto e l’attenzione posta verso le tematiche della sostenibilità ambientale, della salubrità del prodotto, della sicurezza alimentare, del benessere animale all’interno dell’intera filiera produttiva”, ha ricordato Berni. “Per giungere a un miglioramento radicale del settore agroalimentare, è necessario che ci sia un approccio olistico, che affronti in modo coordinato non solo la produzione alimentare, l’agricoltura e il commercio, ma anche la qualità del cibo e dell’ambiente, la tutela della salute, la gestione delle risorse e del territorio, l’ecologia, oltre alla salvaguardia dei valori sociali e culturali legati all’alimentazione. Ogni crisi porta con sé un’opportunità. Soprattutto i settori produttivi strategici come l’agroalimentare devono essere pronti a coglierla”, ha concluso Berni.