La politica italiana dal 1994 ha inseguito il sogno del bipolarismo considerato un surrogato del bipartitismo: non potendo avere due partiti si puntava ad avere due schieramenti contrapposti che si potessero alternare alla guida del Paese senza traumi o cambiamenti di sistema. E’ stato davvero così?
In realtà il bipolarismo è stata una illusione. Non è mai esistito nella forma in cui era stato descritto e auspicato.
Perchè un bipolarismo possa funzionare si richiedono alcune condizioni che in Italia non si sono mai verificate. Occorre innanzitutto una forte identità di strategie dei partiti che fanno parte di ciascun polo. Serve poi una condivisione di programmi concreti da realizzare in tempi certi .E infine occorrono leader forti, capaci di guidare i poli senza farsi condizionare da chi ne fa parte.
COALIZIONI LITIGIOSE
Le aggregazioni di centro-destra e di centro-sinistra sono sempre state poco omogenee, litigiose e la causa delle crisi dei governi sono state quasi sempre interne alla coalizione di maggiiranza e non dovute all’abilità dell’opposizione.
Ciascuno dei due poli è sempre stato attraversato da tensioni e personalismi che hanno impedito la creazione di una politica coerente e coraggiosa .
Le due principali personalità-guida dei due poli sono state Silvio Berlusconi e Romano Prodi.
Berlusconi che era il padre-padrone del Polo per le libertà costituito da Forza Italia, Alleanza nazionale, Lega e Ccd-Udc ha dovuto sempre fare i conti con richieste, sgambetti e ricatti dei partiti che pur si riconoscevano nella sua guida, a tratti inutilmente carismatica. E questo continuo mediare è stato piombo nelle ali di quella che doveva essere la rifondazione liberale dell’Italia.
Nel centro-sinistra Prodi, padre dell’Ulivo è stato a sua volta ostacolato più dai suoi alleati che dai suoi avversari e i suoi due governi non sono durati mai più di due anni e una manciata di mesi.
FORTE INSTABILITÀ POLITICA E SCARSA CAPACITÀ RIFORMATRICE
Il bipolarismo descritto come definitivo superamento della cronica instabilità politica dell’Italia della tanto vituperata Prima Repubblica è stato un fallimento perchè dal 1994 ad oggi abbiamo avuto ben 16 Governi in 17 anni, una media di meno di due anni di durata. Se questa è stabilità politica….
Il fallimento del bipolarismo si è dimostrato non solo nella fragilità delle coalizioni, quindi dei due poli, ma anche nell’ incapacità dei due poli di produrre politiche riformatrici serie .
Le uniche due riforme degne di nota, quelle delle pensioni, sono state realizzate da governi fuori dalla logica bipolare, il Governo Dini e il Governo Monti. Per il resto non c’è traccia di grandi riforme della giustizia civile e penale , della pubblica amministrazione, del fisco, dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica: ci sono state solo riformette, piccoli aggiustamenti che non hanno prodotto alcun risultato tangibile.
L’INSOPPORTABILE RETORICA CHE NASCONDE IL FALLIMENTO DEL BIPOLARISMO
Possiamo e dobbiamo con onestà intellettuale dire che 27 anni di bipolarismo immaginario sono stati un flop cui si è aggiunto l’ inganno per l’opinione pubblica. Ad essa è stata propinata una narrazione delle presunte virtù salvifiche del bipolarismo puntualmente smentita dai fatti . Ciò che è più insopportabile è che la retorica sul bipolarismo continui nonostante i suoi evidenti fallimenti. Un esame di coscienza dovrebbe imporre a tutte le forze politiche di riconoscere che il bipolarismo non si è mai realizzato per come è stato descritto e quello che abbiamo sperimentato è stato un pessimo modello di funzionamento del sistema politico responsabile della grave crisi in cui l’Italia è piombata da decenni.
Riconoscere che il bipolarismo in Italia non ha funzionato perchè non poteva e non può funzionare è la condizione essenziale per cercare di ipotizzare una via d’uscita dal pantano politico in cui da 27 anni siamo sprofondati.