Qualche settimana fa l’ONS, l’Istat inglese, ha detto che le esportazioni totali di beni e servizi del Regno Unito sono risultate in calo del 13% nel periodo che va da gennaio a maggio del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Idem per le importazioni, in calo del 22%.
Con particolare riferimento ai servizi, l’ufficio nazionale per le statitische ha di fatto confermato che, se la pandemia ha causato una contrazione con tutti i Paesi nel resto del mondo, quella con l’Unione Europea è stata maggiore. In altri termini, qui Brexit ci cova.
La Gran Bretagna, detto in parole povere, rischia di ritrovarsi meno competitiva di quanto pensasse e Londra potrebbe presto perdere posizioni in diverse classifiche. Forse per questo l’attenzione alla narrazione sportiva è molto alta, di questi tempi. Sia come sia, Amsterdam potrebbe prendersi lo scettro di piazza finanziaria d’Europa, Francoforte le banche, Lussemburgo le gestioni patrimoniali, Parigi i servizi alle imprese e Berlino le startup.
CRESCITA ECONOMICA E SVILUPPO SOSTENIBILE
Nella semplificazione estrema di questa mini analisi di possibili vincitori e vinti, emerge un tema che piú ci sta a cuore.Vale a dire: se ragionare sulla bilancia commerciale significa gettare un occhio sul PIL e quindi sulla crescita economica, dall’altro questo ragionamento è monco in chiave new normal, ovvero il mondo dopo il Covid, dove il tema è quello piú ampio dello sviluppo sostenibile.
C’è un dato sociale e ambientale, infatti, che non può essere trascurato, ovvero l’imminente perdita di migliaia di posti di lavoro e la necessitá di crearne di nuovi in modo sostenibile, perchè di questo passo servono tre terre per sostenere il nostro stile di vita.
Secondo un rapporto di un think tank, Green Alliance, la chiave di volta potrebbe essere l’economia circolare. Solo nel Regno Unito, infatti, l’economia circolare potrebbe permettere di creare mezzo milione di nuovi posti di lavoro nei prossimi 15 anni. Tuttavia, sottolineano gli autori dello studio, tutto dipende dalle ambizioni del governo.
L’AMBIZIONE DELLA POLITICA
La Presidenza italiana del G20 ha dato un grande impulso per un rinnovamento in questa direzione. Poche settimane fa si è infatti tenuto il G20 dedicato all’ambiente a Napoli e l’economia circolare è stata uno dei temi chiave.
Infatti, in quella sede è stato raggiunto un accordo per rafforzare la cooperazione multilaterale in materia di innovazione circolare per ridurre l’impronta ambientale e a raddoppiare la circolarità dei materiali entro il 2030. Ma si tratta un obiettivo volontario.
Resta quindi molto da fare. Perciò se le grandi potenze vogliono competere, potrebbero cominciare da qui.