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Nuova tecnica ottica per lo studio del cervello

sabato, 31 Luglio 2021
1 minuto di lettura

Una tra le maggiori sfide della scienza e’ costituita dallo studio del cervello, della sua anatomia e della sua architettura cellulare, fondamentale per comprendere le funzioni del sistema nervoso centrale. Un passo avanti in questo campo strategico della ricerca e’ costituito da una nuova tecnica ottica che permette un’indagine macroscopica ad alta risoluzione. Ne da’ conto una pubblicazione su Nature Methods guidata dall’Universita’ di Firenze (dipartimenti di Fisica e astronomia, di Ingegneria dell’informazione e di Biologia), dal Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare (Lens) e dall’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ino). La nuova tecnica elaborata dai ricercatori, chiamata RAPID (acronimo di Rapid Autofocus via Pupil-split Image phase Detection) propone una nuova integrazione della microscopia a foglio di luce, capace di correggere in tempo reale i disallineamenti introdotti dal campione, consentendo di visualizzare e rappresentare interi cervelli di modelli murini con risoluzione subcellulare. RAPID e’ stato sviluppato nel Laboratorio europeo di spettroscopie non-lineari (Lens) dai ricercatori dell’Area di Biofotonica, di cui e’ responsabile Francesco Pavone, docente di Fisica della materia presso l’Universita’ di Firenze. Alla ricerca hanno collaborato studiosi dell’Universita’ di Glasgow e del Laboratorio europeo di biologia molecolare di Heidelberg (Germania). Lo studio e’ stato svolto all’interno della Flagship Europea Human Brain Project, di cui sono partner il Lens e il Cnr. “Ad oggi la mancanza di strumenti capaci di analizzare grandi volumi ad alta risoluzione limita lo studio della struttura del cervello a un livello grossolano”, spiega Ludovico Silvestri, primo autore dello studio e ricercatore di Fisica della materia dell’Ateneo fiorentino. “L’attuale metodologia della microscopia a foglio di luce, accoppiata a protocolli chimici capaci di rendere trasparenti i tessuti biologici, non riesce a mantenere un’alta risoluzione in campioni piu’ grandi di poche centinaia di micron”.

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