Nel 2020 799 ricerche attive, 634 pubblicazioni e 200 tra dottorati e assegni di ricerca e borse di studio. Questi i numeri più rilevanti della ricerca Crea, raccolti nel Report 2020, che ha interessato diversi ambiti dell’agroalimentare: dalla genomica alla tecnologia meccanica ed elettronica, dal miglioramento varietale tradizionale alla maggiore sostenibilità agricola, dalla riduzione di fitofarmaci all’aumento della resistenza a stress idrici, avversità e ai parassiti.
E ancora benessere animale, valorizzazione delle produzioni e delle risorse naturali, acqua e suolo in primis, ma anche le foreste. Quest’intensa attività, che ha potuto giovarsi anche di circa 5.000 ettari di terreni sperimentali, ha dato vita a 44 brevetti, 195 privative vegetali e oltre 500 varietà iscritte nei registri nazionali. Un cenno a parte merita l’incremento del patrimonio di collezioni vegetali e animali del Crea, un unicum a livello planetario: 119 le collezioni di germoplasma esistenti, in particolare di importanza mondiale quelle della vite, dell’olivo e della gran parte dei cereali.
“Questo volume raccoglie le informazioni più importanti ed essenziali sull’attività scientifica del Crea, per presentare al pubblico il prezioso frutto del lavoro operoso del proprio capitale immateriale, ricco di oltre duemila ricercatori, tecnologi e dipendenti amministrativi di supporto”, ha dichiarato Carlo Gaudio, presidente del Crea.
“In particolare, la trasferibilità degli studi condotti nei Centri di Ricerca del Crea, rappresenta il fil rouge che accomuna ricerche tanto diverse tra loro, ma con l’obiettivo finale di Creare la maggiore integrazione possibile tra ricerca di base e ricerca applicata sui temi centrali e più avanzati nel settore agroalimentare, degli alimenti e della nutrizione, della politica e dell’economia agraria”, ha aggiunto.
“Il Report è il primo documento di consolidamento della ricerca svolto dal Crea, sin dalla sua costituzione, e può essere un utile strumento per studiosi, istituzioni, imprese e cittadini per comprendere cosa fa il Crea, dove svolge la sua attività e quali risultati ha ottenuto. Nonostante il terribile anno appena trascorso, la nostra attività non si è fermata: i 12 centri, le 75 sedi e le oltre 2.200 persone che vi lavorano hanno continuato a produrre ricerche in tutti gli ambiti agroalimentari ed ambientali, con l’intento di aver potuto dare un piccolo contributo all’avanzamento della ricerca mondiale in questi settori. L’auspicio è di poter fare sempre meglio”, ha sottolineato Stefano Vaccari, direttore generale del Crea, che ha curato il Report.