lunedì, 18 Novembre, 2024
Considerazioni inattuali

Nell’Ade del mare

Secondo gli ultimi dati del progetto “Missing migrants” dell’Oim, (l’Organizzazione per le migrazioni delle Nazioni unite) nei primi sei mesi di quest’anno almeno 896 tra bambini, donne e uomini hanno perso la vita in mare o vi risultano dispersi nel tentativo di 75mila persone di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere le coste italiane o maltesi. Una cifra che supera tragicamente quella dello scorso anno: infatti nel 2020 i dispersi erano stati 389 su un totale di quasi 48mila partenze.

 

LA DENUNCIA DELL’ULTIMO ENNESIMO NAUFRAGIO

L’ultimo naufragio mortale di migranti, l’ennesimo, nella denuncia di Safa Msehli, portavoce dell’Oim: «L’inattuabile risposta dello Stato (libico) alla situazione nel Mediterraneo continua ad avere gravi conseguenze sulle persone»; mentre i migranti riportati a Tripoli dalla Guardia costiera libica sono in stato di detenzione per il contrasto all’immigrazione clandestina – «Almeno 20 migranti annegati e oltre 500 intercettati e riportati in Libia» ha twittato Msehli.

 

IL MEDITERRANEO COME L’ADE DEGLI INFERI

E sempre più crudelmente il mar Mediterraneo sembra assumere le sembianze di uno oscuro Ade, melmoso e bluastro: che ha perduto nella profondità più recondita le luci azzurre, esito dell’incontro con il sole, per trasformarsi nel buio cieco, arcano; sempre più rassomigliante all’oltretomba del mito: il luogo in cui scorrono le acque sotterranee dei flutti infernali, nel quale “un signore molto ospitale” accoglie tutti, grandi e piccoli. Ade, dio degli inferi che rapì Proserpina poco più che bambina mentre coglieva i fiori, aprendo per un solo momento la terra e lasciando che l’oscurità s’incontrasse con la luceoggi apre il mare, nero ed infrangibile per condurre a sé chi lo cavalca come se attraversarlo significasse raccoglierne i fiori: le speranze di un migliore avvenire.

 

IL CONFINE TRA SOLE E FONDALE

E’ proprio lì, in quella soglia sottilissima, morbida e spumosa: il confine durissimo e dolcissimo al contempo, che trascina ed inganna – quello che separa l’imbarcazione dal dorso dell’acqua, la luce del sole dall’oscurità; invitante ed ingannevole, che nasconde un fondale sconosciutocome gli inferi inesorabili del re dei morti. Colui che non dà risposta da laggiù e trattiene chi da solo non può salvarsi. A differenza di Persefone però, che deve soccombere al rapimento ma può sottrarsene e ritornare ogni anno alla luce sulla terra per un periodo – tutti gli altri, i dispersi di cui non abbiamo voce, non possono. Ritornano, quasi inascoltati, soltanto gli appelli di chi offre la sua voce per tutti quelli che raccoglievano i fiori: i flutti delle onde, sperando di risalire e rincontrare il sole.

 

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