È estate, tornano gli aumenti di benzina e gasolio. Una crescita dei costi che inciderà lungo tutta la filiera produttiva. A dirlo indicando anche quando gli italiani spenderanno in più è l’Unione Energie per la Mobilità (Unem) che ha tenuto la sua assemblea annuale. Appuntamento che in cui si è fatto il punto di una situazione segnata da incertezze geo politiche tra Paesi produttori e rincari certi per i consumatori.
Rincari per 5 miliardi
L’Unem stima che per l’Italia l’aumento della bolletta petrolifera sarà di 4,9 miliardi di euro nel 2021, passando dagli 11,8 miliardi dello scorso anno a 16,7 miliardi. Un rincaro da attribuire largamente all’impennata dei prezzi del greggio, circa 3,7 miliardi, mentre i restanti 1,2 miliardi saranno una conseguenza della ripresa dei consumi che si annunciano sostenuti e quindi costosi.
Paesi produttori in lite
L’impegnata dei prezzi, secondo gli analisti, ha più ragioni, ma come prima causa le tensioni tra paesi produttori. Con l’Arabia Saudita e la Russia, che puntano a mantenere inalterati i livelli attuali di produzione che dovrebbero rimanere tali almeno per un anno. Strategia che prevede un aumento dei prezzi e di riflesso un aumento degli utili delle società di stato. Sull’altra sponda gli Emirati Arabi, che puntano ad un aumento drastico della produzione dando spazio alle richieste di più energie per la ripresa post pandemia. Scenari quindi contrapposti che hanno bloccato per ora le scelte dell’Opec.
A spese dei consumatori
In mezzo al guado i consumatori che non possono far altro che registrare l’aumento dei prezzi. Per l’Italia l’Unem – Associazione di Confindustria – ha tratto le conseguenze indicando come i maggiori costi saranno a carico di cittadini, imprese, e per tutti gli operatori che di occupano di stoccaggio, distribuzione di prodotti petroliferi e prodotti energetici low carbon.
Rialzi e fisco
In più per l’Italia c’è il gravoso problema del fisco che pesa sulle tasche di chi ha bisogno di energia. A sottolinearlo la relazione del presidente di Unem Claudio Spinaci, che ricorda come gli italiani già pagano “un sovrapprezzo di 7-10 centesimi al litro rispetto agli europei, interamente dovuto alla componente fiscale”.
Il mercato in Italia
Gli analisti finanziari dell’Unem in occasione della assemblea fanno il punto del mercato energetico nazionale. La domanda, nel 2020, è scesa del 9,3%, con un decisivo contributo della flessione sul fronte petrolio, -16%. Nei primi sei mesi del 2021 si è registrato un forte rimbalzo, con il gas che ha già recuperato oltre la metà del calo e le rinnovabili in crescita del 2%. “La domanda di energia ha ripreso a crescere in modo significativo”, commenta Claudio Spinaci, ed è “in larga parte coperta da fonti fossili che sono ancora dominanti, e lo saranno ancora per diversi decenni in assenza di soluzioni realmente alternative nel soddisfare i fabbisogni essenziali soprattutto nelle zone più povere del pianeta”.