La fine del blocco dei licenziamenti, le notizie di imprese che iniziano a ridurre personale – ma anche di quelle che non lo trovano – ha dato una accelerazione ai progetti messi in campo con la fine del blocco dei licenziamenti. In particolare sono ampliate e potenziate le tutele per i lavoratori autonomi e le piccole imprese. Con la riforma si stabilizzeranno misure che ora fanno parte del Sostegni bis.
RIFORMA DELLA NASPI
Il primo passo sarà riformulare la “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego”, quella indennità mensile di disoccupazione, istituita nel 2015.
La riforma prevista nel Piano nazionale di Rinascita potrebbe vedere la luce nei prossimi giorni con un nuovo sistema di tutela “universale” a tutti i lavoratori, in ogni settore a prescindere dalle dimensioni dell’impresa e dal numero dei dipendenti.
AMMORTIZZATORE UNICO
Le ipotesi, tuttavia, sono da mettere alla prova dei fatti. Soprattutto superare le diffidenze di sindacati e associazioni di categoria, che temono di perdere la specificità dei settori produttivi con un modello di sostegno universale. Contrari si erano mostrati le Associazioni degli artigiani e quelle del commercio.
Tra i punti centrali allo studio del ministro del Lavoro Andrea Orlando, c’è la possibilità di intervenire sull’indennità di disoccupazione Naspi. L’assegno cambierà in meglio in favore dei lavoratori, c’è un importo aumentato ed è stata allungata la durata temporale per portarla a 36 mesi per i lavoratori con più di 55 anni, dall’altra estendendo la copertura anche agli autonomi, che oggi non rientrano nei benefici.
MILIONI DI LAVORATORI
La nuova misura riguarderà circa 4 milioni di persone con o senza partita IVA. Si tratta di lavoratori che vivono ai margini di molte tutele.
Per questa categoria potrebbe, infatti, non bastare l’indennità di luglio dell’Iscro, – il nuovo ammortizzatore sociale introdotto in via sperimentale dall’Inps fino al 2023 -, che riconosce ai disoccupati dai 250 a un massimo di 800 euro al mese. Gli aiuti, inoltre, nel Dl Sostegni bis per tutto il 2021 non subiranno la riduzione progressiva mensile del 3%.
Altro passaggio della riforma è l’estensione delle coperture per i lavoratori delle imprese fino a 5 dipendenti, oggi fuori sia dalla Cig sia dai fondi bilaterali e di integrazione salariale (Fis), e l’incremento di quelle a disposizione delle aziende fino a 15 dipendenti.
SOLDI DAL CASHBACK
Le risorse per il provvedimento,dovrebbero arrivare dall’accantonamento del programma Cashback. In tutto circa 1,5 miliardi. Tutte le parti sociali spingono per l’applicazione della riforma nel più breve tempo possibile insieme all’attuazione delle politiche attive del lavoro e dei percorsi di formazione.
“La riforma”, spiega il ministro Orlando, “mira a garantire tutti i lavoratori, creando un sistema di tutela universale, ma in grado di cogliere la strutturale elasticità delle dinamiche dei diversi settori produttivi, consentendo in tal modo un adeguamento dei trattamenti, differenziandoli secondo le caratteristiche settoriali e dimensionali delle aziende”.