Il Movimento minacciava l’astensione. Impensabile, dice Draghi che li richiama all’ordine. Forza Italia e Italia Viva puntano i piedi contro alcune piccole concessioni ai 5 Stelle. Ma Draghi impone la medizione. Il processo infinito voluto da Bonafede va in soffitta. Prescrizione bloccata dopo il 1° grado, ma durata dell’appello 2 anni e 1 anno per la Cassazione, altrimenti scatta l’improcedibilità. Per corruzione e concussione 3 anni in appello e 18 mesi in Cassazione.
È una svolta significativa che mette la parola fine ad una stagione in cui un’errata concezione della giustizia era culminata con l’assurda norma che rendeva l’imputato processabile a vita sospendendo i termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
Toccherà al Parlamento approvare le modifiche varate dal Consiglio dei Ministri. E non è detto che gli oltranzisti dei 5 Stelle non alzino le barricate. Ma il Governo potrà, se necessario, ricorrere al voto di fiducia , trattandosi di modifiche approvate dal Consiglio dei Ministri e che quindi coinvolgo tutti i partiti della coalizione.
Esamineremo le altre parti della riforma della giustizia penale nei prossimi giorni, ma fin d’ora si può senz’altro salutare come una svolta gli orientamenti della Ministra Cartabia strenuamente difesi da Mario Draghi.
Il Presidente del Consiglio ha evitato di mettere in eccessiva difficoltà i 5 Stelle ma non ha ceduto né sui tempi della riforma né sui pilastri principali. La filosofia di fondo è che i processi debbano essere veloci, che l’obbligatorietà dell’azione penale tenga conto delle priorità locali nel perseguimento dei reati, che i diritti del cittadino coinvolto in inchieste e procedimenti vanno tutelati.
Tutto questo non è -come dice con leggerezza- Di Battista “un maxi regalo all’impunità cioè ai ladri”. L’idea che per combattere la criminalità, in particolare quella contro la Pubblica amministrazione, si debba esercitare una sorta di giustizia sommaria è marcia ed è un’offesa alla nostra Costituzione. Lo Stato ha tutti gli strumenti per perseguire i reati gravi, ma deve farlo diventando efficiente e non scaricando su inquisiti o imputati le sue carenze.
Nella convulsa riunione del consiglio dei Ministri Forza Italia e Italia Viva hanno cercato di opporisi alle piccole concessioni che Cartabia e Draghi avevano fatto per vitare che l’ala più oltranzista dei 5 stelle ai opponesse. Alla fine l’autorevolezza di draghi ha convinto tutti ad accettare le proposte di Cartabia.
Buon senso vorrebbe che di fronte ad una svolta storica nell’impostazione della giustizia penale si guardasse alla luna e non al dito. Vedremo i contraccolpi che le decisioni del Governo avranno nello scontro in atto tra i 5 Stelle.
Ma intanto una pagina buia è stata chiusa.