“Soddisfatti di quota 100? Sì, se vuol dire, ad esempio, che non è esplosiva per conti pubblici: abbiamo avuto circa 170mila domande di “Quota100” per pensionamento anticipato e questo vuol dire circa la metà rispetto a quanto previsto in sede di relazione tecnica, che erano circa 290mila”.
Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, sulla tenuta finanziaria del suo Istituto, si mostra ottimista. A rinfrancarlo le previsioni al ribasso delle richieste dei prossimi pensionati che vogliono usufruire di “Quota 100”, ricalcolo che fa risparmiare circa 4 miliardi. A conti fatti hanno chiesto il beneficio la metà delle persone che l’Inps si aspettava ed aveva previsto nelle sue relazioni tecniche. I numeri, infatti, resi noti dall’Istituto dicono questo: quasi 176 mila le domande presentate per accedere alla pensione anticipata con “Quota 100” che prevede di avere almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi interamente versati, fino alla data del 6 settembre scorso.
Scomponendo le richieste ci sono 130.315 domande arrivate da uomini e 45.680 da donne. La maggior parte delle richieste riguarda dipendenti privati e dono oltre 65 mila; di circa 10 mila in meno le domande fatte dai lavoratori iscritti alla gestione pubblica che sono 55 mila.
Per Pasquale Tridico ora c’è da sperare, ma i numeri fin da ora gli daranno ragione, che il risparmio del “Quota 100”, si verificherà anche il prossimo anno, “c’è un ‘tiraggio’ inferiore”, spiega il presidente dell’Inps, “rispetto agli otto miliardi in previsione, se ne risparmieranno probabilmente quattro”. Soldi che potrebbero essere impiegati in altri settori previdenziali o a sostegno di giovani e famiglie con redditi bassi. Nel frattempo, i calcoli dell’Istituto per il 2019 dicono che le pensioni degli degli italiani sono arrivate a 17,8 milioni di beneficiari e costano poco più di 204 miliardi di euro. Anche in questo caso i dati, una volta scomposti, fanno emergere qualche sorpresa interessante.
Vediamo: 13,8 milioni, sono le pensioni “di natura previdenziale”, cioè derivano dal versamento di contributi previdenziali durante l’attività di lavoro della persona. Le altre sono prestazioni, di natura assistenziale, per la gestione degli invalidi civili e sono comprensive anche delle indennità di accompagno. Ora, secondo i calcoli presenti e le proiezioni dell’Istituto, i riconoscimenti delle pensioni erogate come assistenziali stanno avendo una costante crescita. Un aumento che è diventerà uno degli elementi di attenzione dell’Inps: facendo una rapida ricognizione, ad esempio, dal 2003 al 2018 i sostegni economici assistenziali sono passati dall’essere il 37% al 50%, con un picco del 54% che si è verificato bel 2014.
Altra sorpresa: 12,6 milioni di pensioni sono inferiori a mille euro, non solo, oltre il 61% di queste pensioni è al di sotto delle 750 euro. Le più sfavorite sono le donne, infatti, oltre il 74% di loro ha cifre al di sotto delle 750 euro. In altri versi, ed è un dato da tenere a mente, su qualcosa come 18 milioni di pensionati quasi 11 milioni di loro prende meno di 750 euro al mese. Facendo, tuttavia, una media (la sempre “ingiusta” media) si può dire che “mediamente” il pensionato italiano vive con circa 1200 euro al mese, anche se come detto, molti vivono con molto meno e le donne ne prendono realmente la metà. Una sorta di disuguaglianza c’è anche dal punto di vista geografico. Al nord vanno il 55% delle pensioni con una punta del 60% per quelle di vecchiaia, al sud il 54%, sono pensioni e assegni sociali. È solo lo 0.6 delle pensioni Inps vanno all’estero.
Infine su “Quota 100” un piccolo giallo politico. Nella neo maggioranza 5s-Pd, in vista della manovra di ottobre, si iniziano a fare le valutazioni su un possibile rivisitazione di “Quota 100”, misura che il presidente Giuseppe Conte non ha citato nel discorso della fiducia e neppure in sede di replica, mentre ha confermato la continuità del “reddito di cittadinanza”. Insomma ora si dovrà attendere se prevarrà l’ottimismo di Tridico o il cambio di marcia, del Conte bis.