E’ durata meno di un mese l’illusione di Giuseppe Conte di poter avere le mani libere e rifondare a sua immagine e somiglianza un Movimento che si muove sempre di meno.
Liberatosi dall’abbraccio soffocante con la piattaforma Rousseau, Conte non riesce ad archiviare l’era Grillo.
Il fondatore, padre -padrone sembrava definitivamente fuori gioco dopo la pessima performance in occasione della difesa del figlio. Grillo aveva subito un forte calo di credibilità e al di là della comprensione del suo tormento di padre, la condanna dei toni e dei metodi usati era stata pressoché unanime anche nel Movimento
La domande che ci si poneva era questa: come può continuare ad essere la “guida suprema” dei 5 Stelle ,bisognosi di rinascere, un personaggio che ha commesso un errore così grave?
Padre-padrone e Conte sotto tutela
Conte aveva immaginato di potersi muovere con totale libertà. Era stato Grillo a candidarlo come nuovo capo del partito nuovo. Casaleggio si era messo fuori gioco. Di Maio non gli aveva creato alcun problema ,limitandosi a svolgere il ruolo di Ministro deli Esteri. Conte ha pensato che una congiuntura simile fosse irripetibile e ha provato a fare l’en-plein. Ma non ha fatto i conti con il fondatore e suo sponsor. Grillo non ci sta a lasciare a Conte la piena gestione della linea politica e dell’organizzazione del Movimento. Il proprietario del simbolo è lui e se lo tiene stretto e senza simbolo Conte sarebbe costretto a fondatore un suo partito totalmente nuovo e diverso dai 5 Stelle.
Certo, Conte sa che apporta ai Stelle la sua popolarità che è ancora alta e che un suo valore ce l’ha. E tra i 5 Stelle, i più avveduti sanno benissimo che solo una ventata d’aria nuova potrebbe ridare ossigeno ad un partito dimezzato rispetto al 2018 e attraversato da scissioni, espulsioni, fughe più o meno nobili.
L’alternativa difficile
Conte è a un bivio: se rompe con Grillo deve cambiare nome, simbolo e partire da se stesso, dal suo prestigio che va oltre i confini del Movimento. Sarebbe un passaggio traumatico in una fase già di per sé molto devastante per la consistenza del Movimento Una nuova avventura senza paracadute ma aperta a ogni possibile sviluppo.
Se invece accetta di restare sotto la tutela di Grillo parte come un’anatra zoppa, sottoposta agli improvvisi cambiamenti di idee del fondatore, alla sua irruenza e anche alla sua credibilità in declino. I vantaggi della seconda scelta sono, ovviamente, quelli di avere un partito già costituito, e di tenere a bada le ambizioni di altri dirigenti del M5S che si augurerebbero l’uscita di Conte per poter riprendere il controllo del Movimento. Come finirà
Probabilmente Conte si accorderà oggi stesso con Grillo e accetterà di diventare capo sotto-tutela pensando che nel lungo periodo lui ha più carte da giocare rispetto a Grillo.